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X Factor 2022: le pagelle del primo Live Show

Tempo di Lettura: 3 minuti

X Factor 2022, le pagelle: i promossi e bocciati dei Live Show del talent di Sky condotto da Francesca Michielin.

Arrivato il momento dei Live, a X Factor 2022 non si può più sbagliare. Tra esibizioni convincenti e assegnazioni al limite della follia, in questa serata se ne sono viste di tutti i colori. Ecco i promossi e i bocciati dopo il primo appuntamento dal vivo di questa edizione.

Le pagelle dei giudici

Fedez: 7

Ha una squadra forte, lo sa, rispetta i loro talenti e per ora sceglie una via abbastanza conservativa per non esporli a rischi eccessivi. La tattica funziona. Antipatico nei giudizi, ma navigato in tutto il resto.

Rkomi: 6

Il giovane rapper dall’animo rock convince per il coraggio nelle scelte e l’equilibrio nei giudizi. Con i Santi porta la miglior performance della serata, almeno per la produzione.

Ambra: 6

Si rifà dopo un percorso per arrivare ai Live ricco di decisioni risibili. La sua squadra funziona almeno per due terzi e le cover assegnate per la prima serata sono sembrate a fuoco. Il pubblico non è stato d’accordo e le ha regalato un derby al ballottaggio, esperienza dura per ogni giudice.

Dargen: 5

Rischia tanto, rischia troppo, le assegnazioni sono quasi incomprensibili. Resta la simpatia del personaggio, ma come debutto non è il massimo.

X Factor Dargen, Ambra, Francesca Michielin, Fedez e Rkomi

Le pagelle dei concorrenti

Omini: 7

Fedez sceglie di portarli dalle atmosfere british al primo punk americano, ma i ragazzi non perdono il filo e rimangono se stessi. Performance buona, non sorprendente.

Iako: 6

Interpretazione rischiosa su un brano bello e difficile, riarrangiato a modo suo, per l’occasione. Da lui ci si aspetta coraggio, e coraggio c’è stato. L’effetto però non è stato magico come sperato.

Disco Club Paradiso: 5

Scelta azzardata da parte di Dargen, che ha preso uno dei pezzi più intensi della storia e lo ha affidato a una band dedita al ca**eggio, trasformandolo in un pezzo da riviera romagnola. Non proprio il massimo. A fare ciò che gli è stato chiesto, però, i quattro sono stati bravi.

Lucrezia: 6

Anche l’assegnazione di Ambra è retrò, su un grande pezzo rimodernato per l’occasione. La produzione è molto presente sul ritornello, ma la sua voce rende il tutto delicato e credibile. Il pubblico si accoda a Fedez, non apprezza e la manda al ballottaggio.

Lucrezia Maria Fioritti

Matteo Orsi: 5

Uno dei più giovani di questa edizione, ovviamente uno dei più acerbi. Va bene l’emozione, ma qualche imprecisione di troppo depotenzia l’esecuzione. Peccato.

Dadà: 6

Continuano i mash up di Gaia, tra Napoli e Sud America. La performance è migliore rispetto a quelle di Bootcamp e Last Call, ma bisognerebbe provare a modificare qualcosa per vedere fin dove si può arrivare con lei. Il potenziale c’è.

Linda: 7

Pulita e graffiata, non cambia molto. Linda sa trasmettere emozioni. Ma il pezzo non sembra pennellato su di lei. Forse non lo sarebbe su nessuno, eccetto il suo immenso autore.

Matteo Siffredi: 4

Kitsch la produzione, ancora più kitsch l’interpretazione. I giudizi sono lusinghieri da parte dei giudici. De gustibus. Il pubblico lo punisce e lo manda correttamente al ballottaggio, dove esce sconfitto. Lascia il talent con la sensazione che avrebbe potuto giocarsela in maniera differente.

Santi Francesi: 8

Fatta da una band, e non da un duo, avrebbe regalato ancora più carica. Ma anche così non è andata male…

Beatrice Quinta: 5

Qualche problema di voce avuto in settimana non le ha permesso di lavorare al meglio. La performance è buona, per il suo potenziale, ma il pezzo non funziona del tutto.

Joelle: 6

Convince più l’arrangiamento rispetto all’esibizione. A tratti è sembrato di ascoltare Brandon Flowers che canta Avril Lavigne. E non sappiamo se è proprio un bene.

Tropea: 7

Sentire l’assegnazione ha fatto venire i brividi. Poteva essere un suicidio, è stato invece il coniglio estratto dal cilindro.

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