Le migliori canzoni di Vinicio Capossela: da Ovunque Proteggi a Il ballo di San Vito, i brani più amati del cantautore.
Vinicio Capossela è uno dei cantautori più apprezzati e acclamati della sua generazione. I suoi brani sono originali, ricchi di significato e dal sapore universale. Canzoni che sono intrise di fascino e hanno l’odore della multiculturalità, che si ricollega a un tempo sospeso, etereo e a una sorta di incredulità di fondo.
Scopriamo insieme alcuni dei brani più amati della carriera dell’eclettico musicista di origine irpina.
Vinicio Capossela, le canzoni più amate
Partiamo con Ovunque proteggi: contenuto nell’omonimo album del 2006, si tratta di un brano che parla di un amore lasciato andare, poiché non si è saputo tenerlo con sé.
Il video di Ovunque proteggi:
Un testo in cui il rammarico e l’abbandono si fanno avanti, misti a un malessere di sottofondo che sfocia in un desiderio di profonda liberazione.
Passiamo a Ultimo amore: presente nell’album Modì del 1991 (poi rimasterizzato nel 2018).
Il video di Ultimo amore:
La canzone rappresenta una ballad, in cui il cantautore parla – ancora una volta – di amore e di speranza, anche se l’epilogo del brano è decisamente malinconico.
C’è, poi, Polpo d’Amor: la canzone è contenuta nell’album Marinai, profeti e balene, pubblicato nel 2011.
Il video di Polpo d’Amor:
Nel testo poesia e mito si intersecano, in quanto il cantautore, proprio come Ulisse, si fa strada tra sirene, vascelli fantasma, regalando all’ascoltatore una canzone estremamente suggestiva e affascinante.
Vinicio Capossela: Corre il soldato e Il ballo di San Vito
Citiamo, poi, Corre il soldato: il brano fa parte dell’album, Canzoni a manovella, pubblicato nel 2000.
Il video di Corre il soldato:
Nella canzone si parla di amore, un sentimento che si intreccia, inevitabilmente, anche con la guerra: “Brancola la sposa, brancola il suo velo di rosa si strappa a pezzi, dorme e non riposa e un treno ancora non la porta più per me”.
Infine, menzioniamo Il ballo di San Vito: la canzone fa parte dell’album omonimo del 1996. Il contesto in cui è calato il brano è prettamente agreste e rurale, visto che si parla di canti antichi, sagre e contrade di un tempo.
Il video di Il ballo di San Vito: