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Velvet Underground, le migliori canzoni: da Heroin a I’m Waiting For The Man

Tempo di Lettura: 3 minuti

Da Heroin a I’m Waiting For The Man, le 5 migliori canzoni dei Velvet Underground, gruppo rock statunitense.

New York ha dato vita ad alcuni dei più grandi rivoluzionari della musica rock. C’erano Simon & Garfunkel, i quali dimostrarono che folk e rock fungevano da binomio perfetto; i Talking Heads, che inserirono cadenze africane nelle forme tradizionali del rock; i Ramones, che hanno aperto la strada al movimento punk rock nell’iconico locale musicale CBGB dell’East Village. A nord di questo bar c’era un altro luogo importante: The Factory, lo studio di Andy Warhol a New York, che ospitò alcune delle figure più rappresentative della creatività del XX secolo. Tra loro c’erano i Velvet Underground, i quali rivoluzionarono il mondo della musica.

Chitarra Stratocaster

Velvet Underground, le canzoni più amate

Iniziamo la nostra lista con Heroin, una traccia difficile da ritrovare in giro, visto che giustappone la realtà tragica con una incredibile creazione, in cui si riflette sull’oscuro impatto del farmaco. Sono state canzoni come questa, così come I’m Waiting For The Man e Venus In Furs, che hanno impedito ai Velvet Underground di firmare un contratto discografico con la grande etichetta Atlantic. Ma tanto di cappello a loro: volevano ottenere il riconoscimento attraverso il successo creativo piuttosto che commerciale.

Il video di Heroin:


Heroin è creativa, ma anche autentica. Lou Reed l’ha scritta mentre studiava alla Syracuse University, quindi aveva circa 18 anni. In questa canzone, non c’è un lato ottimista, bensì caliginoso, sia per la produzione che per il testo.

Passiamo, poi, a Pale Blue Eyes, che si trova sul lato A del terzo album dei Velvet Underground. La sua uscita è arrivata in un punto in cui la band aveva affrontato praticamente ogni argomento astratto immaginabile.

Il video di Pale Blue Eyes:


C’è un fascino senza tempo in questa canzone, incentrata sull’amore e che serve come prova della composizione più innocente e confessionale di Lou Reed.

C’è, poi, Sweet Jane. Loaded conteneva alcune canzoni assolutamente brillanti, ma si allontanava molto dal repertorio originale (e probabilmente più autentico) della band. Sweet Jane è sensazionale: racconta l’aspetto di Jack e Jane che Lou Reed vede per strada e che vanno valutati in base alle loro diverse forme di abbigliamento.

Il video di Sweet Jane:


Sweet Jane, in breve, era un invito a una qualche forma di comprensione sociale, indipendentemente da come ci si veste. Reed – una volta – ha spiegato il significato del titolo, relativo al fatto che la casa discografica li stava spingendo al successo commerciale.

Velvet Underground, Sunday Morning e I’m Waiting for the Man

Se non hai ascoltato questa canzone una domenica mattina con un caffè in mano, forse qualcosa non va. Reed la scrisse alle 6 del mattino. Il testo è abbastanza semplice e descrive alcuni aspetti quotidiani con un filtro inquietante. La produzione sembra lussureggiante e sontuosa, probabilmente perché originariamente doveva essere cantata da Nico.

Il video di Sunday Morning:


Tom Wilson, produttore originale della band, richiese questo tipo di approccio perché sentiva che al loro album di debutto mancava una traccia che sarebbe diventata un singolo di successo. Quando entrò in studio, Reed decise di cantare, imitando lo stile di Nico. Anche per quanto riguarda la prominente celesta (uno strumento idiofono azionato da una tastiera, la cui melodia apre la canzone), non era originariamente prevista.

Infine, citiamo I’m Waiting for the Man. L’uomo in questa canzone non è Dio o un ragazzo simpatico del quartiere, è lo spacciatore di Reed e l’urgenza che sente verso l’imminente arrivo di quest’uomo è ovvia. È abbastanza sorprendente che tracce come questa siano state inserite nello stesso album di debutto che ha ospitato la delicata voce di Nico, ma i Velvet Underground erano, d’altronde, la definizione stessa di sperimentazione.

Il video di I’m Waiting for the Man:


L’argomento droga, dunque, ritorna anche in questa canzone, come in varie altre. Un brano che piacque anche a David Bowie, il quale ne realizzò una cover. Mica poco?

notiziemusica

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