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Tutte le curiosità su George Harrison, il Beatle che amava l’India

Tempo di Lettura: 5 minuti

Chi era George Harrison, il solista dei Beatles: le canzoni, la vita privata, la morte.

George Harrison è da molti ricordato come il Beatle silenzioso e spirituale. Un artista straordinario, capace di mettere la firma su alcuni dei brani più famosi e amati del quartetto inglese, come The Inner Light, While My Guitar Gently Weeps, Here Comes the Sun e Something. Andiamo a ripercorrere insieme i momenti più importanti della sua carriera, alcune delle sue migliori canzoni e le curiosità sulla sua vita privata, per celebrare la memoria di un musicista e uomo indimenticabile.

Chi era George Harrison: biografia e carriera

Nato il 25 febbraio 1943 a Liverpool, sotto il segno dei Pesci, George Harrison si avvicinò al mondo della musica nella seconda metà degli anni Cinquanta. Ben presto fondò con il compagno di scuola Paul McCartney e John Lennon, amico di quest’ultimo, il gruppo Quarryman, che nel 1960 adottò il nome di Beatles.

George Harrison

La vita dei Fab Four, che in quei dieci anni cambiarono per sempre la storia della musica, è segnata anche dal mutamento di George. Se nei primi cinque anni di carriera, infatti, il gruppo si limitò a un pop rock standard, ma capace già di conquistare il cuore di folle oceaniche, nella seconda metà degli anni Sessanta, con l’innesto di elementi tratti da musicalità orientali, iniziarono sperimentazioni raffinatissime. Alla base della metamorfosi del sound del gruppo l’avvicinamento di Harrison alla cultura e alla religione indiana, con il conseguente uso di strumenti come il sitar.

Dopo lo scioglimento dei Beatles, nel 1970, il chitarrista iniziò ufficialmente la propria carriera da solista, a 27 anni, con l’album All Things Must Pass. Un disco talmente maturo da essere considerato ancora oggi il suo più grande capolavoro. Il successo commerciale fu enorme: 7 milioni di copie vendute in tutto il mondo, grazie anche alla hit My Sweet Lord (brano per cui Harrison fu portato in tribunale con l’accusa di plagio).

Nel 1971 il musicista organizzò un concerto di beneficenza nel neonato Stato del Bangladesh, confermando la sua vicinanza all’India e alle culture orientali. Fu questa la prima iniziativa musicale per fini benefici di portata mondiale.

Tra grandi successi e album sottotono, l’ex Beatle proseguì nella sua carriera per tutti gli anni Settanta, ma nel 1981, dopo la pubblicazione di Somewhere in England decise improvvisamente di fermarsi. Harrison, che nel frattempo era impegnato anche come produttore cinematografico, si sentiva poco a suo agio nella scena musicale di quegli anni.

Tornò attivo nel 1987 con Cloud Nine, e nel 1988 fu anche ospite del Festival di Sanremo. Gli anni Novanta furono segnati da svariati progetti, tra cui Anthology dei Beatles, un film-documentario con ben tre doppi album. Ma il momento della fine per lui si stava ormai avvicinando inesorabilmente.

George Harrison: la morte

Sempre silenzioso e lontano dalle scene quando non impegnato in progetti artistici, Harrison dichiarò nel 1998 in un’intervista di aver sconfitto un tumore alla gola, secondo lui provocato dal suo ritorno al fumo. Nell’occasione il musicista tranquillizzò i fan, dicendo di essere completamente guarito. Ma si sbagliava. Nel luglio 2001 venne diffusa la notizia di un suo ricovero in una clinica svizzera per combattere un tumore al cervello, poi sviluppatosi in un cancro a un polmone.

Stavolta l’allarme fu più preoccupante, e a maggior ragione. George Harrison morì per il tumore il 29 novembre 2001, a 58 anni, nell’abitazione di un suo amico a Los Angeles. Seguendo le sue volontà, la sua salma fu cremata e le sue ceneri sparse nel sacro fiume indiano, il Gange.

Un anno dopo la sua scomparsa, venne dato alle stampe il suo ultimo album, Brainwashed, che ottenne critiche positive e un discreto successo. Il disco, lasciato incompiuto dal chitarrista, venne completato dall’amico Jeff Lynne e dal figlio Dhani.

George Harrison: la discografia da solista in studio

1968 – Wonderwall Music
1969 – Electronic Sound
1970 – All Things Must Pass
1973 – Living in the Material World
1974 – Dark Horse
1975 – Extra Texture (Read It All About It)
1976 – Thirty-Three & 1/3
1979 – George Harrison
1981 – Somewhere in England
1982 – Gone Troppo
1987 – Cloud Nine
2002 – Brainwashed

La vita privata di George Harrison: la moglie e il figlio

La prima relazione importante grande chitarrista fu con la modella Pattie Boyd, conosciuta durante le riprese del film A Hard Day’s Night del 1964. Il suo fu un innamoramento tenero per la ragazza, che accettò la sua corte lasciando il proprio partner di allora. Due anni dopo, George e Pattie convolarono a nozze, il 21 gennaio 1966. Una cerimonia semplice alla quale partecipò, dei Beatles, solo Paul McCartney.

Il rapporto fra i due fu importantissimo per il musicista. Fu infatti l’ex modella a spingerlo definitivamente verso la religione induista e il suo lato meditativo. Negli anni Settanta la loro splendida storia d’amore conobbe però una crisi irreversibile. George, alla ricerca di se stesso, finì per far sentire Pattie trascurata. La donna, tra l’altro, sospettava una relazione tra il chitarrista e Maureen Cox, allora moglie di Ringo Starr.

Anche per questo, Patti decise di gettarsi tra le braccia di Eric Clapton, amico di Harrison ma da anni innamorato della modella. Nel 1974 George e Pattie si lasciarono definitivamente, arrivando al divorzio il 9 giugno 1977. Nonostante il triangolo molto chiacchierato, il rapporto tra Eric e George non si incrinò minimamente, e anzi i due chitarristi rimasero amici fino alla morte dell’ex Beatle, suonando spesso insieme in studio e in concerti.

Nello stesso 1974 Harrison conobbe Olivia Arias, una segretaria di origine messicana di 26 anni. I due s’innamorarono subito, e dalla loro unione il 1° agosto 1978 nacque l’unico figlio di George Harrison, Dhani. Il 2 settembre dello stesso anno il chitarrista e la fidanzata si sposarono. Il rapporto con Olivia fu vitale, in senso stretto, per George. Nel 1999, infatti, l’intervento della moglie salvò la vita al chitarrista, attaccato nella propria abitazione da un uomo affetto da schizofrenia, che lo accoltellò numerose volte prima di essere colpito in testa da Olivia.

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Sai che…

– Il rapporto tra George Harrison e John Lennon fu piuttosto controverso. Il chitarrista si sentiva in qualche modo intimorito da John, di tre anni più grande di lui, e non riuscì mai a stringere un legame profondo e sincero come quello con gli altri due Beatle, Paul McCartney e Ringo Starr.

– Nonostante si conoscessero dai tempi del liceo e fossero più che buoni amici, George e Paul non si videro per tanti anni dopo lo scioglimento del gruppo. Si riavvicinarono tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila, e anche per questo la morte improvvisa di Harrison lasciò un vuoto enorme nell’ex leader dei Wings.

Lory Del Santo ha confessato di aver passato alcuni giorni con George e di aver avuto diversi rapporti con lui.

– George Harrison deve molto della sua carriera e del suo sound a Ravi Shankar, il musicista indiano che gli insegnò a suonare il sitar.

– Nato e cresciuto in una famiglia per metà cattolica e per metà protestante, il chitarrista si avvicinò negli anni Sessanta alla religione induista, e divenne molto attento al lato spirituale della propria vita, pur non rinunciando a quello materiale, fatto di lusso ed eccessi, accettando per sua stessa ammissione questa evidente contraddizione.

– Su Instagram George Harrison ha un account ufficiale in sua memoria di milioni di follower. Stesso discorso anche per un altro social, TikTok.

Se vuoi ascoltare le migliori canzoni di George Harrison, ecco una playlist presente su Spotify:

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