News

Tutta la verità sulla morte di Amy Winehouse a dieci anni di distanza

Tempo di Lettura: 3 minuti

Amy Winehouse

Il 23 luglio 2011 moriva Amy Winehouse: cause e dettagli sulla scomparsa dolorosa di una delle più grandi voci del pop britannico.

Il 23 luglio 2011 sarà per tutti gli amanti della musica sempre legato a un drammatico ricordo: quello della morte di Amy Winehouse. Una scomparsa dolorosa, un vero shock per l’intero mondo dello spettacolo, improvvisa e inattesa. Erano le 15.53 quando il suo corpo venne trovato ormai privo di vita nel letto della sua abitazione di Londra, in Camden Square. Aveva solo 27 anni, una vita davanti e tanto ancora da offrire.

Ma purtroppo il destino di Amy fu tutt’altro. Ma cosa ha causato la morte di Amy Winehouse? A questa e ad altre domande si è provato a dare risposta in dieci anni di tante chiacchiere e poche prove, con diversi dubbi ancora irrisolti. E che probabilmente rimarranno tali.

Amy Winehouse: la morte della cantante di Back to Black

Non bastò l’autopsia a chiarire i motivi della morte improvvisa di Amy. Nemmeno le analisit tossicologiche, pubblicate il successivo 27 ottobre, diedero una risposta certa e definitiva. Nel suo corpo venne rilevato al momento della scomparsa un tasso alcolemico cinque volte superiore al limite consentito per la guida. Per molti la colpa fu dunque l’alcol. In effetti, la tesi più concreta dell’epoca fu quella dello ‘stop and go’, uno shock causato dall’assunzione elevata di alcol dopo un periodo di astinenza. Ma con il passare del tempo anche questa tesi è apparsa diventare più fragile.

Amy Winehouse
Amy Winehouse

Si parlò per un periodo anche di un suicidio, di una morte volontaria. “Cosa aveva Amy Winehouse?“, si chiedevano molti, “Perché bevve quella quantità di alcol?”. Domande cui hanno provato a rispondere nel corso degli anni i suoi familiari, gli amici, chi le fu più vicino. Ma una risposta certa non si è mai avuta. Eppure, con il tempo c’è un uomo che è stato accusato da più parti di averla rovinata…

Chi ha rovinato Amy Winehouse?

La risposta a questa domanda, per molti fan, ha un nome e un cognome: Blake Fielder, l’ex marito della cantante. Sarebbe stato lui infatti ad introdurla, poco dopo il matrimonio, all’eroina, al crack, all’autolesionismo e a tutto quel mondo di comportamenti al limite che l’avrebbe portata alla distruzione.

D’altronde, la tossicità di questo rapporto era ben presente anche alla stessa Amy, che in vecchi video affermò: “Mi sono innamorata di una persona per la quale sarei morta. Sento che in un certo senso l’amore mi sta uccidendo“. Non fu però l’amore a ucciderla. Quando morì, Amy si era già lasciata con Fielder. Dal 2009 i due avevano divorziato per adulterio, e lui si era rifatto una vita con Sarah Aspin, che gli diede anche un figlio. Ma rimase sempre innamorato della cantante, anche dopo la sua morte.

Quando l’artista scomparve, improvvisamente, Fielder era in carcere, arrestato per furto e possesso di arma da fuoco. La sua storia con Sarah era già finita, e lui aveva scoperto di essere ancora legatissimo ad Amy, che nel frattempo si era messa insieme a Reg Travis, un uomo decisamente più sano e stabile di lui. Non sapremo mai cosa sarebbe successo se fosse rimasta in vita al momento della sua uscita dal carcere. Sembra però difficile che la colpa diretta della morte di Winehouse possa essere affibbiata al solo ex marito. Complice, se vogliamo, ma non giustiziere.

Il pensiero del padre di Amy Winehouse

Oggi è possibile salutare ancora Amy nella sua tomba, che si trova nel Cimitero Edgwarebury a Edgware, nel Regno Unito. Ma la cosa più importante è continuare a ricordarla per la sua musica e per la sua meravigliosa voce. Questo è anche il pensiero del padre, Mitch, che a dieci anni di dstanza ha invitato tutti a concentrarsi non tanto sulla morte, quanto su ciò che Amy ha fatto in vita.

Queste le parole del genitore al Sun: “Non supereremo mai la sua morte, ma poi ci concentreremo sulle cose fantastiche della vita di Amy, sul suo talento, la sua generosità e l’amore che mostrava a tutti. Questa è la mia missione, essere sicuro che la gente pensi a Amy per tutto ciò che ha dato al mondo e a quelli che la circondavano, non solo per i problemi e le dipendenze“. DI seguito il video di Back to Black:

Loading