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The Game: l’iconico album dei Queen compie 40 anni

Tempo di Lettura: 2 minuti

Queen, The Game: la storia e alcune curiosità sull’album di successi come Another One Bites the Dust.

Il 29 giugno 1980 usciva The Game dei Queen. Questo album è stato il primo che la band ha registrato in due serie distinte di sessioni: in precedenza, infatti, ogni loro album è stato registrato in un unico blocco di sessioni.

Quattro brani furono in gran parte completati durante l’estate del 1979, incluso il singolo di apertura Crazy Little Thing Called Love che fu pubblicato sette mesi prima dell’uscita di The Game.

Le canzoni rimanenti furono ultimate tra febbraio e maggio del 1980. Questo non fu l’unico cambiamento del modus operandi della band.Iniziano a registrare, infatti, ai Musicland Studios di Monaco e si avvalsero della collaborazione del nuovo coproduttore Reinhold Mack.

Queen: The Game

Dopo aver costantemente ridefinito le regole dell’immaginazione e della stravaganza del rock’n’roll negli anni ’70, i Queen erano i principali ed autentici esponenti del rock britannico.

Freddie Mercury

Come tali, probabilmente non avevano idea che si trovavano in procinto di affrontare il più grande punto di svolta della loro carriera con la presentazione del loro album in studio, The Game, il 30 giugno 1980.

Il diavolo, come sempre, era nei dettagli – o meglio nei crediti dell’album, che conteneva una parola mai vista prima su nessun album dei Queen precedente: sintetizzatori.

Almeno non in senso affermativo, piuttosto come un’orgogliosa affermazione che le loro creazioni strumentali incredibilmente complesse e spesso rivoluzionarie erano state realizzate senza l’impiego di un singolo strumento sintetico: solo la chitarra, piano, basso, batteria e voci. Questo fino alla pubblicazione di quel fatidico album.

Il video di Another One Bites the Dust:


Queen, le canzoni di The Game e il cambio di stile

L’uso del synth si nota all’apertura di Play the Game di Freddie Mercury, ma anche in Rock It (Prime Jive) di Taylor e nei futuristici effetti sonori che decorano Another One Bites the Dust.

Anche se non mancano accenni hard rock come in Dragon Attack, brano dalle nette venature funky. C’è, però, anche il pop contagioso di Need Your Loving Tonight e Coming Soon, il lounge-rock di Don’t Try Suicide e la ballad di Sail Away Sweet Sister e Save Me.

Non c’era nient’altro che strumentazione analogica nel primo dei due grandiosi singoli dell’album, a cominciare dal rock – per lo più acustico – di Crazy Little Thing Called Love.

Il funk moderno di Another One Bites the Dust ha fatto grattare la testa ai fan della vecchia scuola, introducendo i Queen in un mercato R&B precedentemente non sfruttato, facendoli arrivare alla posizione numero 1 delle classifiche sia Pop che R&B. Nonostante tutto, The Game alla fine ha dato ai fan dei Queen il tipo di pot-pourri musicale a cui erano abituati e che si aspettavano, però con un tocco sintetico in più.

Da: Rolling Stone

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