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Tedua torna con il nuovo progetto Don’t Panic, sette freestyle in salsa drill

Tempo di Lettura: 2 minuti

Tedua, Don’t Panic: tutti i dettagli e il video ufficiale del nuovo progetto del re della drill italiana.

Tedua si conferma il rappresentante numero uno della drill italiana. Il 5 maggio il trapper genovese ha rilasciato il suo nuovo progetto, Don’t Panic. Di cosa si tratta? Non di un EP, ma nemmeno di un mixtape. Lo stesso artista lo descrive come un mush up di strofe, troppo forti per poter restare nel suo computer, ma anche troppo freestyle per poter finire in un album.

Tedua, Don’t Panic: il video

A distanza di oltre un anno da Vita Vera Mixtape – Aspettando la Divina Commedia, il trapper è tornato con un nuovo progetto in grado di portare in alto il vessillo della drill italiana. I video di Don’t Panic sono stati realizzati in un’unica giornata all’interno dello studio Ombra Design in collaborazione con Ombra Film, utilizzando la tecnologia Unreal Engine, per la prima volta messa al servizio di un video musicale in Italia.

Tedua

Questa la tracklist completa di Don’t Panic:

1 – Inferno (Tedua, Chris Nolan, Sick Luke)
2 – Badman (Tedua, Garelli)
3 – Paris (Tedua, Chris Nolan)
4 – Corvi (Tedua, Chris Nolan)
5 – Urla (Tedua, Chris Nolan)
6 – Gironi (Tedua, Chris Nolan)
7 – Lo-fi Drill (Tedua, Shune)

Di seguito il video:


Il significato di Don’t Panic

I primi pezzi di questo nuovo progetto restano ancorati all’immaginario dantesco degli ultimi mixtape dell’artista, in una città distrutta dalle fiamme. Con il prosieguo delle tracce tutto cambia, come spiegato dallo stesso trapper in un comunicato stampa: “Si arriva nell’oscurità e nella calma della notte e di un museo tanto maestoso quanto vuoto, simbolo di una società fatta solo di apparenze“.

Cos’è il drill

Genere musicale nato a Chicago negli anni Dieci dei Duemila, la drill è un’ennesima emanazione della trap. Le basi rimangono all’incirca le stesse, ma i testi si incrudiscono, toccando argomenti di vita di strada senza lesinare su immagini brutali. In Italia è stato portato da alcuni artisti liguri, tra cui lo stesso rapper di Vita Vera, ad oggi uno dei rappresentanti più importanti di questo incontro tra la tradizione cantautorale genovese e il disagio della vita di periferia tipica del genere di Chicago.

notiziemusica

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