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Stefano D’Orazio, la moglie scoppia in lacrime: “Mi sento in colpa”

Tempo di Lettura: 2 minuti

A un anno dalla morte di Stefano D’Orazio, la moglie ha confessato di sentirsi ancora in colpa per la sua scomparsa.

Dalla morte sconvolgente di Stefano D’Orazio, storico batterista e paroliere dei Pooh, è già passato più di un anno. Tanto tempo, ma ancora troppo poco per smaltire un dolore che rimarrà indelebile nel cuore di chi gli ha voluto bene veramente. Come la moglie, Tiziano Giardoni, che ha parlato per la prima volta di come Stefano si sia contagiato con il Covid lo scorso anno, arrivando al ricovero che gli è costato la vita il 6 novembre 2020. Una confessione a cuore aperto e commovente, che ha fatto scoppiare in lacrime tutti i fan dell’artista italiano.

Stefano D’Orazio

Stefano D’Orazio: la malattia spiegata dalla moglie

Negli ultimi mesi era venuta fuori la voce secondo cui il batterista fosse malato di leucemia. Un rumor che Tiziana ha voluto smentire ufficialmente ai microfoni di Verissimo, spiegando invece che soffriva per una malattia autoimmune infiammatoria di cui si stava ancora cercando una cura. Nel frattempo stava comunque molto meglio, ma le sue difese immunitarie erano basse prima della pandemia. E l’arrivo del Coronavirus è stato per lui un colpo fatale.

Come si è contagiato Stefano D’Orazio?

Nel corso dell’intervista, Tiziana ha anche spiegato come, secondo lei, è stato contagiato il suo ormai defunto marito: “Eravamo a una cena con tutta la mia famiglia. Io non volevo andarci iall’inizio, ma lui che adorava tutti mi ha invogliato ad andare. Ad oggi mi sento in colpa, perché è stato lì che abbiamo contratto tutti il Covid, e Stefano e mio padre ci hanno lasciati“.

A quella cena si contagiarono lei, Stefano, il padre, la sorella e il cognato. Tutti ammalati dopo una semplice cena in famiglia. Un dolore atroce per Tiziana, che non riesce a perdonarsi: “La cosa che mi fa più male è non averlo più visto dal momento in cui è andato in ospedale. Non me l’hanno fatto vedere, né sentire, neanche nella bara. Ho visto soltanto la bara sigillata“.

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