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Sex Pistols, le 5 migliori canzoni del gruppo punk di Sid Vicious

Tempo di Lettura: 3 minuti

Da God Save the Queen a Anarchy in the U.K, le canzoni più apprezzate dei Sex Pistols, pioneri del punk inglese.

I Sex Pistols, formatisi a Londra nel 1975, sono una delle band punk più famose e iconiche di tutti i tempi e sono quasi da soli responsabili della creazione del movimento punk britannico.

Sotto la gestione di Malcolm McLaren, la band ebbe due incarnazioni: la prima con Johnny Rotten (voce), Steve Jones (chitarra), Glen Matlock (basso) e Paul Cook (batteria) e la seconda che sostituiva Matlock con l’inimitabile Sid Vicious.

Il gruppo proveniva dalla prima band di Jones e Cook, nota come Strand, che spesso frequentava un negozio in King’s Road, gestito da Malcolm McClaren e dalla sua allora fidanzata, Vivienne Westwood.

Nacque un’amicizia tra McClaren e gli Strand, per i quali divenne manager di fatto, invitando Matlock a unirsi al gruppo.

Dal basso, Steve Jones passò alla chitarra, lasciando spazio a un nuovo frontman. Fortunatamente, la band inciampò su John Lydon, che li attirò con i suoi capelli verdi e gli abiti distintivi.

Lydon si unì alla band nel 1975 e, usando un nome con cui avevano lavorato in modo informale in passato, nacquero i Sex Pistols.

Sex Pistols, le canzoni più amate

Partiamo con God Save the Queen, canzone estratta dall’album Single del 1977.

Il video di God Save the Queen:


There is no future in England’s dreaming“, “Non c’è futuro nel sogno inglese” cattura perfettamente l’inquietudine e la frustrazione della gioventù britannica negli anni ’70.

God Save the Queen è stato rilasciata durante il Giubileo d’argento di Elisabetta II del Regno Unito e immediatamente bandita dalla BBC.

Divenne un successo mostruoso: decenni dopo, God Save the Queen rimane uno dei brani più incendiari e potenti di tutti i tempi.

C’è, poi, Pretty Vacant dell’album Single. Rilasciato nell’estate del 1977, il brano è, in molti modi, l’inno definitivo di Sex Pistols.

Il video di Pretty Vacant:


Scritta dal bassista Glen Matlock, con alcuni contributi di Johnny Rotten, la traccia è stata ispirata dalla “generazione vuota“.

Matlock ammette anche nel documentario Classic Albums: Never Mind the Bollocks – che è stato parzialmente ispirato alla canzone dei Wham Bam Thank You Mam dei Small Faces.

Glen è stato un po’ più eclettico“, ha dichiarato il manager della band Malcolm McLaren. “Gli piacevano i Beatles e, oserei dire, gli ABBA“.

Passiamo a Anarchy in the U.K, presente nello stesso album del 1977. Rilasciato nell’autunno del 1976, il singolo di debutto della band sarebbe diventato un grido di battaglia per una generazione dei ragazzi irrequieti in Inghilterra.

Il video di Anarchy in the U.K:


Il riff discendente che lancia la canzone è il suono dei muri che si vanno in rovina.

Sono un anticristo, sono un anarchico” sputa Johnny Rotten fin dall’inizio. Nonostante la rima goffamente inventiva, non si può negare la musica che colpisce immediatamente.

Sex Pistols, Bodies e Holidays in the Sun

Menziaiamo Bodies, presente nell’album Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols Uno dei dischi più violenti della band.

Il video di Bodies:


Johnny Rotten racconta la storia di un aborto con molta rabbia.

Lydon, in un’intervista del 2007 a Spin Magazine, ha detto: “Non penso che ci sia una canzone più chiara sul dolore dell’aborto. La giustapposizione di tutte quelle diverse cose psichiche nella tua testa, e tutta la confusione, la rabbia, la frustrazione che devi catturare in quelle parole“.

Infine, citiamo Holidays in the Sun dello stesso album del brano precedente.

Il video di Holidays in the Sun:


La potente canzone fu registrata dopo che Glen Matlock fu espulso dal gruppo, lasciando il chitarrista Steve Jones a suonare le parti di basso.

Il quarto singolo della band ha dato un’impronta unica alla classica canzone delle “vacanze estive”: piuttosto che celebrare i giorni in spiaggia e il caldo, i Pistols offrono una visione del tutto più cinica di questo periodo dell’anno.

Holidays In The Sun è nata nel momento in cui la band si sentiva in trappola e claustrofobica a Londra, così ha deciso di fare un viaggio a Berlino, che, all’epoca, era divisa in due dal muro che divideva l’Occidente democratico dall’Oriente comunista.

La grande ironia della traccia riguarda il fatto Rotten è disperato: vuole sfuggire dal “mondo libero” ed esplorare lo stato comunista, una sovversione tipicamente inusuale di ciò che significa andare in vacanza.

FONTE FOTO: https://www.facebook.com/sexpistolsofficial

FONTE FOTO: https://www.facebook.com/sexpistolsofficial

Da: Rolling Stone

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