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Robert Wyatt, il genio del progressive rock

Tempo di Lettura: 3 minuti

Robert Wyatt: la carriera, la vita privata e le curiosità sul batterista, cantante, tastierista e compositore dei Soft Machine e non solo.

Robert Wyatt è stato uno dei musicisti più importanti del Ventesimo secolo. Batterista e percussionista di grande talento, ma soprattutto compositore dotato di un gusto sopraffino per la sperimentazione, ha creato un sound unico, inimitabile, ricco di sfaccettature e di influenze provenienti dai tanti mondi diversi da lui conosciuti personalmente. Andiamo a ripercorrere insieme la sua carriera attraverso alcune curiosità che lo hanno reso il genio musicale che il mondo ancora oggi ammira.

Chi è Robert Wyatt: biografia e carriera

Robert Wyatt-Ellidge è nato a Bristol, nel Regno Unito, il 28 gennaio 1945 sotto il segno dell’Acquario. Cresciuto a Canterbury con tutta la famiglia, ben presto la sua casa diventa per volere dei genitori una guest house. Tra gli ospiti che passano nell’abitazione, arriva negli anni Sessanta un giovane chitarrista australiano, Daevid Allen.

Concerto

La vita e le idee di quest’ultimo influenzano Robert, che proprio grazie a Daevid impara a suonare la batteria. L’anno dopo decide di lasciare la scuola e si trasferisce a Deià, nell’isola di Maiorca, in quel periodo culla di una comunità di artisti beat.

Tornato a Canterbury in autunno, si dedica stabilmente alla musica con alcuni amici. Nel 1963 forma poi con Allen un trio che propone un repertorio free jazz molto apprezzato nei dintorni.

L’anno dopo entra in un gruppo beat, i Wilde Flowers. Il loro stile prende spunto dagli anni passati da quasi tutti i membri a Deià. Si tratta di qualcosa di unico, che inizia a porre le basi per quello che sarà poi chiamato il Canterbury Sound.

Ma è solo l’inizio. Nel 1966 Wyatt forma un altro gruppo, i Soft Machine. Una band che pone le basi per la creazione di un nuovo rock psichedelico con influenze jazz marcate. Sarà il gruppo più influente della scena di Canterbury. La loro carriera fu variegata, complice anche qualche cambio di formazione. Il risultato fu una serie di capolavori rimasti per sempre nella storia del rock. Di seguito la loro Slightly All the Time dall’album Third del 1970:

Il 1970 è anche l’anno della sua prima pubblicazione da solista, The End of an Ear, uno dei più incompresi della sua carriera, molto vicino al jazz rock di artisti come Miles Davis e i Weather Report.

Nel 1971 fonda un altro gruppo leggendario della scena di Canterbury, i Matching Mole, con cui incide altri lavori di grande sperimentalismo. Questa la loro O’ Caroline:

Robert Wyatt: l’incidente

La carriera di Robert viene stravolta il 1° giugno 1973. Durante la festa di compleanno degli amici Gilly Smyth e Lady June cade dal terzo piano. Per un miracolo non perde la vita, ma rimane paralizzato dal bacino in giù. Costretto a muoversi su una sedia a rotelle, abbandona il progetto Matching Mole. Nonostante le difficoltà, non abbandona la musica, e decide anzi di dare continuità ai suoi progetti solisti, accompagnato da alcuni musicisti di altissimo livello.

Dalla seconda metà degli anni Settanta inizia ad interessarsi attivamente anche alla politica, specialmente ai problemi dei paesi meno agiati. Un’attività, quella politica, che porta avanti in contemporanea a quella musicale, sfruttando anche l’impossibilità di non poter organizzare tournée in giro per il mondo a causa del suo handicap.

Cosa fa oggi Robert Wyatt? Nel 2014 ha annunciato la fine della sua carriera artistica, a causa dell’avanzare della sua età. Torna però a suonare in alcune occasioni particolari. Lo ritroviamo, ad esempio, nel 2015 nell’album Rattle That Lock dell’ex Pink Floyd David Gilmour.

La vita privata di Robert Wyatt: moglie e figli

Robert è sposato dal 1974 con Alfreda Benge, paroliera e illustratrice originaria dell’Austria. È stata proprio lei ad ispirare molti dei suoi testi e delle sue poesie. Nonostante la loro lunga relazione, non hanno mai avuto figli.

Sai che…

– Come cantante si è sempre ispirato alla musicalità e alle sperimentazioni della scena jazz.

– Fu il padre a trasmettergli la passione per il jazz e a insegnargli a suonare il pianoforte.

– Da adolescente tentò il suicidio.

– Nel 1967 con i Soft Machine aprì a Jimi Hendrix, che durante la loro esibizione si unì al gruppo suonando il basso.

– Suonò nell’album d’esordio di Syd Barrett da solista dopo l’uscita dai Pink Floyd.

– Ha collaborato con Cristina Donà nel brano Televisione degli Afterhours.

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