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Ricordiamo Howlin’ Wolf, un mito del blues

Tempo di Lettura: 3 minuti

Howlin’ Wolf: la biografia, la vita privata e le curiosità sul bluesman del Mississippi che ha fatto la storia della musica americana.

Howlin’ Wolf è uno dei personaggi entrati nel mito e nella storia della musica blues. Uno di quei pionieri in grado di far diventare questo genere il fondamento portante di tutta la musica leggera contemporanea. Riscopriamo insieme alcune curiosità sulla sua carriera e sulla sua vita privata.

Chi era Howlin’ Wolf

Chester Arthur Burnett nacque a White Station, in Mississippi, il 10 giugno 1910 sotto il segno dei Gemelli. Soprannominato anche Big Foot e Bull Cow fin da ragazzo per la sua corporatura imponente, adottò solo verso la fine degli anni Venti il suo nome d’arte.

chitarra blues

Appassionato di musica già da giovanissimo, era solito ascoltare la musica di Charlie Patton, il suo insegnante di chitarra, ma anche di Tommy Johnson e di Jimmie Rodgers. Negli anni Trenta lavorò come agricoltore nell’Arkansas, prima di partire per la guerra come addetto alla radio a Seattle. Nel secondo dopoguerra, in particolare nel 1948, formò il suo primo gruppo e diede il via alla sua carriera musicale, diventando presto una celebrità a West Memphis.

Le sue prime registrazioni arrivarono nel 1951, dopo la firma di un contratto con la Modern e la Chess Records. Un paio d’anni più tardi rimase sotto contratto solo con la Chess e si trasferì a Chicago, dove formò un’altra band. Fu da questo periodo in poi che scrisse alcuni brani che fecero la sua fortuna: da How Many More Years a Moanin’ at Midnight, passando per Smokestack Lightning.

Nel 1962 pubblicò un album di grandissima importanza, l’omonimo Howlin’ Wolf, reso immortale da canzoni come Spoonful e Little Red Rooster, diventati in breve tempo dei classici del blues di Chicago, e influenzò tantissimi degli artisti più importanti degli anni Sessanta e Settanta.

Howlin’ Wolf: la morte

Dopo aver subito numerosi infarti ed aver combattuto anche con un tumore, Howlin’ Wolf morì il 10 gennaio 1976 all’ospedale di Hines, nell’Illinois.

Howlin’ Wolf: la discografia in studio

1959 – Moanin’ in the Moonlight
1962 – Howlin’ Wolf
1966 – Howlin’ Wolf Sings the Blues
1966 – The Real Folk Blues
1967 – More Real Folk Blues
1967 – The Super Blues Band (con Muddy Waters e Bo Diddley)
1969 – The Howlin’ Wolf Album
1971 – Message to the Young
1971 – The London Howlin’ Wolf Sessions
1973 – The Back Door Wolf
1974 – The London Sessions Revisited
1975 – Change My Way

La vita privata di Howlin’ Wolf: moglie e figli

Burnett conobbe Lillie durante una sua esibizione in un club di Chicago. Rimase fin da subito estasiato da lei, e se ne innamorò al punto da farle una corte spietata. Nonostante la sua famiglia, borghese e particolarmente raffinata, non vedesse di buon occhio il suo rapporto con un musicista blues, i due si misero insieme e convolarono presto a nozze, restando insieme per tutta la vita.

Non ebbero mai figli, ma insieme crebbero Betty e Barbara, le figlie di Lillie nate da una sua precedente relazione.

Sai che…

– Howlin’ Wolf era alto 1 metro e 98.

– Rispetto a molti altri suoi colleghi, ebbe sempre grande successo a livello economico e finanziario durante la sua carriera.

– La vita del lupo è stata raccontata nel 2009 nel film Cadillac Records.

– Il suo nome di battesimo è un omaggio al ventunesimo Presidente degli Stati Uniti, Chester A. Arthur.

– Perché scelse il nome Howlin’ Wolf? Era un omaggio o alle storie sui lupi che gli raccontava da ragazzo il nonno o all’omonima canzone del bluesman Funny Papa Smith.

– Per un certo periodo visse con Sonny Boy Williamson II, che gli insegnò a suonare l’armonica a bocca.

– La sua lapide fu pagata da Eric Clapton, suo amico e grandissimo fan.

Di seguito Spoonful, una delle canzoni di Howlin’ Wolf più famose:

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