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Registrato per la prima volta l’album di un feto: ecco il curioso esperimento di due musicisti americani

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strumenti musicali

Due musicisti americani hanno avuto l’idea di realizzare un album di un feto, intitolandolo Sounds of the Unborn.

Se i Nirvana non avessero chiamato il loro ultimo album in studio In Utero, Luca Yupanqui avrebbe potuto avere il nome perfetto per il suo debutto. Il bambino statunitense dovrà accontentarsi di Sounds of the Unborn, quando il suo album uscirà il 2 aprile. È il risultato delle insolite sessioni di meditazione dei suoi genitori quando era ancora nel grembo di sua madre. Ecco come è stato realizzato l’album del feto.

Primo album di un feto: arriva Sounds of the Unborn

Secondo The Guardian, i genitori di Luca, l’interprete dello psych-rock Elizabeth Hart e il musicista Ivan Diaz Mathe, hanno attaccato gli elettrodi alla pancia mentre la donna era incinta di Luca, quindi hanno condotto sessioni di meditazione di cinque ore.

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L’album, Sounds Of The Unborn, uscirà venerdì 2 aprile e il suo singolo principale V4.3 pt. 2 è disponibile in streaming e su YouTube:


Durante quelle sessioni e con l’aiuto della “tecnologia MIDI biosonica“, gli elettrodi trasmettevano le vibrazioni del feto ai sintetizzatori di Mathe. I suoni emanati dalla pancia della Hart sono stati – quindi – modificati, con i genitori “che cercavano di intervenire il meno possibile, consentendo al messaggio di Luca di esistere nella sua forma grezza“, secondo quando comunicato in una dichiarazione.

Cosa rappresenta l’album del feto?

Una descrizione dell’album, che sarà pubblicato dall’etichetta Sacred Bones, fa notare che la musica contenuta all’interno è: “l’espressione della vita nel suo stato cosmico: pre-mente, pre-speculazione, pre-influenza e pre-umana. È il primo album creato da una persona mentre era ancora nel grembo materno, l’espressione di un’anima che non ha ancora visto la luce del giorno né ha preso una sola boccata d’aria. È un messaggio che arriva da un regno diverso“.

La dichiarazione rileva anche che quando un Luca, ora nato, ascoltava il processo di editing, “spalancava gli occhi e fissava i suoi genitori, apparentemente riconoscendo i propri suoni dal grembo materno“.

Da: Notizie Musica

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