Con Bohemian Rhapsody, i Queen hanno registrato una canzone che ha infranto tutte le regole: ancora oggi continua a battere record e a stupire per la sua audacia. Ecco la storia del brano iconico della band.
Ci sono brani che rimangono nella storia per sempre. Uno di questi è Bohemian Rhapsody. L’epico successo rock dei Queen nasce alla fine degli anni ’60, quando Freddie Mercury era uno studente all’Ealing Art College, il quale scrisse il brano, abbozzando qualche idea su dei pezzi di carta.
Il chitarrista dei Queen, Brian May, ha raccontato più volte alcuni aneddoti che riguardano la stesura di questo iconico pezzo. Andiamo a riscoprirli insieme.
Queen, la storia dietro Bohemian Rhapsody
Nel 2008 Brian May ha rivelato che Freddie arrivò un giorno di corsa in studio con un sacco di fogli di carta dal lavoro di suo padre e si mise a martellare con le dita sul piano.
Spiega il chitarrista: “Suonava il piano come la maggior parte della gente suona la batteria. E questa canzone che aveva era piena di lacune in cui spiegava che qualcosa di operistico sarebbe accaduto e così via. Aveva elaborato le armonie nella sua testa”.
Mercury disse ai compagni di band che credeva di avere abbastanza materiale per circa tre canzoni, ma stava pensando di fondere tutti i testi in una lunga stravaganza.
L’iconica opera mini rock finale di sei minuti è diventata la canzone che definisce la band e – alla fine – ha fornito il titolo del film biografico di successo del 2019 con Rami Malek nel ruolo di Mercury.
Bohemian Rhapsody, la canzone arriva in studio
I Queen provarono per la prima volta Bohemian Rhapsody al Ridge Farm Studio, nel Surrey, a metà del 1975, e poi trascorsero tre settimane a perfezionare la canzone al Penrhos Court nell’Herefordshire.
Entro l’estate erano pronti a registrarla; il taping è iniziato il 24 agosto 1975 presso i famosi Rockfield Studios di Monmouth, nel Galles. È stato un momento che May ha descritto come “il più grande brivido” della loro carriera.
La canzone innovativa è iniziata con la famosa introduzione a cappella, “Is this the real life?/Is this just fantasy?“, prima di abbracciare tutto, dal glam rock all’opera.
Una settimana fu dedicata all’interludio operistico, per il quale Mercury aveva metodicamente scritto tutte le parti dell’armonia.
Per la grande parte corale, il gruppo ha stratificato 160 tracce di overdub vocali (usando la registrazione analogica a 24 tracce), con Mercury che cantava il registro centrale, Brian May il registro basso e il batterista Roger Taylor il registro alto (John Deacon era al basso ma non cantava).
Mercury si esibì con vera verve, sovrapponendo la sua voce fino a quando non suonò come un coro, con le parole “mamma mia“, “Galileo” e “Figaro” che rimbalzavano su e giù per le ottave.
Bohemian Rhapsody è piena di linguaggio fantasioso ed è una testimonianza del talento di Mercury come cantautore. Scaramouche era un personaggio buffone nella commedia dell’arte del XVI secolo; Bismillah, preso dal Corano, significa “in nome di Allah“; Beelzebub è un nome arcaico di Satana.
“Freddie era una persona molto complessa; divertente in superficie, ma nascondeva insicurezze e problemi nel quadrare la sua vita con la sua infanzia“, ha detto May. “Non ha mai spiegato i testi, ma penso che abbia messo molto di se stesso in quella canzone“.
Questo il video di Bohemian Rhapsody: