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Miles Davis, i migliori brani della leggenda del jazz

Tempo di Lettura: 2 minuti

I migliori brani di Miles Davis: da So What a Right Off, i brani che hanno segnato la carriera musicale del trombettista e jazzista americano.

Miles Dewey Davis III è stato uno dei jazzisti più importanti del mondo. Ampiamente considerato uno dei musicisti più influenti del 20° secolo, Miles Davis è stato, insieme ai suoi gruppi musicali, all’avanguardia di numerosi e importanti sviluppi nella musica jazz, tra cui bebop, cool jazz, hard bop, jazz modale e jazz fusion.

Il trombettista ha iniziato a registrare più di 70 anni fa e ha modificato il corso della storia jazz diverse volte. Ecco cinque brani chiave della sua straordinaria carriera.

Miles Davis, le canzoni più amate

So What (da Kind of Blue). Forse sarà un cliché, ma è una traccia che molte persone considerano emblematica per come è stata realizzata e per quello che ha incarnato musicalmente.

Il video di So What:


La sezione ritmica oscilla in modo duro ma elegante, Coltrane e Cannonball agiscono in modi molto diversi e pochi compositori hanno scritto una melodia così profonda e coerente come l’assolo che Miles improvvisa qui.

My Funny Valentine (da My Funny Valentine: Live at Carnegie Hall). Se una singola melodia potesse essere considerata una canzone “firma” di Miles, sicuramente questa potrebbe essere My Funny Valentine.

Il video di My Funny Valentine:


In questa rappresentazione stellare del Quintetto dell’era di George Coleman, la profondità della relazione di Miles con la canzone fornisce sia un punto di riferimento storico per noi ascoltatori (che ci accorgiamo di aver superato gli anni ’50) sia una consapevolezza che fa leva su ingegnose variazioni.

Herbie Hancock, Ron Carter e Tony Williams stavano iniziando, in quel periodo, un tipo di esplorazione che avrebbe rivoluzionato gli aspetti del ritmo jazz.

If I Were A Bell (da Relaxin con il Miles Davis Quintet).

Il video di If I Were A Bell:


Dalla divertente introduzione parlata e “candida” al lavoro d’ensemble oscillante, questa è la quintessenza di Miles degli anni ’50.

Miles Davis, The Duke e Right Off

The Duke (da Miles Ahead). Bop duro? Che dire di “cool jazz” e “terzo flusso?” In qualsiasi modo lo definiamo, il lato più morbido del jazz acustico ha raggiunto il suo apice, qualcuno direbbe, nelle collaborazioni di Miles con l’arrangiatore Gil Evans.

Il video di The Duke:


Questo brano di Dave Brubeck dimostra quanto bene le trame orchestrazionali di Gil si adattino al suono e al concetto melodico di Miles.

Infine, citiamo Right Off (da A Tribute to Jack Johnson). Miles offre alcuni dei suoi più potenti assoli mai registrati.

Il video di Right Off:


John McLaughlin, Michael Henderson e Billy Cobham creano un groove degno di James Brown o Sly Stone o di uno dei giganti dell’R&B che stavano diventando sempre più il punto di riferimento ritmico di Miles in quel momento storico.

FONTE FOTO: https://www.facebook.com/MilesDavis

FONTE FOTO: https://www.facebook.com/MilesDavis

Da: Rolling Stone

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