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Flop è davvero il peggior album di Salmo?

Tempo di Lettura: 3 minuti

Salmo, Flop: la recensione del sesto album del rapper di Olbia, a distanza di tre anni da Playlist.

Salmo in Flop fa i conti con se stesso, con la fama, con il successo, con il dover sempre essere al limite, vivere per piacere, con il timore di fallire. Il messia del rap che tratta con irriverenza la religione, il sesso, la musica stessa. L’artista che dissa tutti, a destra e sinistra, con uno stile che è ironico a volte, aggressivo altre. A metà strada tra chi si vende e chi resiste, Salmo è sempre lui, pronto a raccogliere i frutti di un lavoro destinato a dividere. Si poteva fare di peggio?

Salmo, Flop: la recensione

Lo aveva presentato così: “Il mio peggior album“. Lo ha intitolato Flop, come la sedicesima traccia su diciassette, di fatto quella che chiude il disco, se si eccettua l’evasione finale con la simpatica Aldo Ritmo. Una strategia per abbassare le aspettative? No, piuttosto il tentativo di mettere il focus su quello che è il tema portante del disco, completato da una decina di altre sottotematiche non meno importanti. Il rapporto tra artista e successo, tra ambizione, aspirazione e realtà.

Salmo Flop

Avvalendosi della partecipazione di sole quattro guest star, tre colonne del rap italiano (Noyz Narcos, Marracash, Gué Pequeno) e una giovane popstar in rampa di lancio (Shari), e dell’aiuto di alcuni produttori di grande talento come Andy the Hitmaker e Takagi e Ketra, il rapper sardo mette in campo tutta la sua professionalità per scrivere, comporre e lavorare certosinamente a un disco composto da tante tracce di breve durata, studiate nel minimo dettaglio sia per quanto riguarda le barre che l’arrangiamento.

Gli ingredienti che hanno fatto le sue fortune ci sono tutte: non solo il classico rap ma basi rock di vario genere, divagazioni pop e incursioni nell’elettronica, per non deludere nessuno. Non tutto riuscito alla perfezione, o comunque in grado di conquistare il pubblico che non lo segue fin dall’inizio. Ma comunque un impianto di base solido e forte che verrà certamente apprezzato.

All’interno dell’album ci sono però delle evidenti contraddizioni, che sfociano in paradossi. Ad esempio i tre feat. con mostri sacri del nostro rap, che pure sono stati incensati da parte della critica e che gaseranno chi è più addentro alla scena hip hop, non funzionano come potrebbero. Le barre ci sono, ma non sono poi così incisive come certi nomi farebbero pensare. Al contrario, la ballata strappalacrime con Shari, che farà storcere il naso a qualcuno, si dimostra potente nella melodia e dotata di una sensibilità che raramente Salmo ci aveva mostrato.

Ancor più sorprendente, il brano prodotto da Takagi e Ketra, Kumite, un pop latineggiante che molto si allontana dalle produzioni tipiche del rapper, funziona molto meglio di canzoni più nelle sue corde, come Criminale (che pure resta un brano interessante). Da segnalare la partecipazione di Alex Britti, già al lavoro negli ultimi tempi con Salmo, in particolare nel brano Hellvisback 2. E degne di nota anche A Dio e la ballad più ‘classica’ Marla.

Insomma, per rispondere alla domanda che ci siamo posti nel titolo, Flop non è il peggior album della sua discografia. Ma nemmeno il migliore. C’è solo una certezza: l’unico flop rimarrà quello che gli dà il nome.

Flop: la tracklist

1 – Antipatico
2 – Mi sento bene
3 – Criminale
4 – Ghigliottina (feat. Noyz Narcos)
5 – In trappola
6 – La chiave (feat. Marracash)
7 – Kumite
8 – Che ne so
9 – YHWH (feat. Gué Pequeno)
10 – Hellvisback 2
11 – A Dio
12 – Fuori di testa
13 – Marla
14 – L’angelo caduto (feat. Shari)
15 – Vivo
16 – Flop!
17 – Aldo Ritmo

Top: L’angelo caduto

Voto: 7-

Di seguito il video di L’angelo caduto:

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