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Fedez, il chirurgo che lo ha operato: “Da questo tipo di tumore si può guarire”

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Fedez

Il chirurgo che ha operato Fedez ha parlato tumore neuroendocrino al pancreas e delle possibilità di guarigione.

Fedez sta affrontando un male davvero insidioso. Il 24 marzo il rapper milanese, a due giorni dall’operazione che lo ha tenuto sotto i ferri per circa sei ore, ha raccontato ai suoi fan questa tremenda esperienza-Così ha reso noto il tipo di problema che lo ha colpito: un tumore neuroendocrino del pancreas. Si tratta di una malattia importante, pericolosa, ma da cui si più guarire. Lo ha assicurato anche il professor Massimo Falconi, il chirurgo che ha operato l’artista, in un’intervista rilasciata al quotidiano Repubblica.

Fedez: il chirurgo parla delle speranze di guarigione

Primario di Chirurgia del pancreas del San Raffaele, Falconi ha spiegato attraverso le pagine del noto quotidiano cosa sia il tumore neuroendocrino. Soprattutto, si è soffermato su quali siano le aspettative di guarigione dopo l’intervento che ha visto protagonista Fedez.

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Dopo aver specificato come ci sia differenza tra questo tumore e l’adenocarcinoma, il tumore al pancreas più famoso, il professore ha parlato delle possibili cure, sottolineando come la prassi non preveda l’intervento: “Dipende da paziente a paziente, nonché dallo stadio in cui la neoplasia si trova nel momento in cui viene fatta la diagnosi. Il messaggio da dare è che si tratta di un tipo di tumore che, all’adenocarcinoma, ha fortuantamente maggiori possibilità di cura“.

Le speranze di guarigione di Fedez

Nel corso dell’intervista, il chirurgo ha affermato chiaramente che si hanno migliori possibilità di guarigione con le opportune terapie rispetto ad altri tipi di tumore. Molto dipende dalla precocità della diagnosi: prima si scopre la malattia, maggiori sono le possibilità di cura. Nel caso di Fedez, fortunatamente l’intervento dovrebbe essere stato tempestivo.

Per quanto riguarda le altre terapie che vengono solitamente utilizzate, oltre all’intervento chirurgico esistono diverse terapie oncologiche ‘personalizzate’ a bersaglio molecolare: “Il motivo è che questo tipo di tumore produce un recettore ormonale che, dal punto di vista terapico, è come se fosse la serratura di una porta: inserendo la chiave giusta, siamo in grado di regolare la crescita delle cellule tumorali, rallentandola, arrestandola“.

C’è poi la radioterapia molecolare mirata, le chemioterapie, e altro ancora. In altre parole, le terapie non mancano, esistono diverse opzioni che danno una prognosi migliore ai cinque anni per i pazienti e questa è una bella notizia, sottolinea il chirurgo, che tranquillizza, almeno in parte, tutti i fan dell’artista milanese.

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