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Fedez: arrestati il bodyguard e l’amico ultras del Milan

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Fedez

Tra gli ultras del Milan arrestati questa mattina ci sono il bodyguard di Fedez Christian Rosiello e l’amico del rapper Islam Hagag.

Fedez è ancora una volta al centro delle polemiche. Questa mattina, nell’operazione di polizia che ha visto coinvolti i capi ultrà di Milan e Inter, sono stati arrestati anche due soggetti vicinissimi al rapper: il bodyguard Christian Rosiello e l’amico Islam Hagag. Secondo le prime ricostruzioni, lo scorso weekend i 3 sarebbero stati insieme a Parigi in occasione della settimana della moda.

Fedez: arrestati il bodyguard e l’amico ultras

Le accuse a carico degli arrestati includono estorsione e violenze, rivolte in particolare nei confronti di coloro che operano all’esterno dello stadio San Siro e che gestiscono i parcheggi e la vendita di bevande.

La figura di Rosiello è già nota alle cronache per un violento episodio avvenuto pochi mesi fa. Il bodyguard è coinvolto nell’aggressione a Cristiano Iovino dello scorso 22 aprile, avvenuta dopo un diverbio che quest’ultimo aveva avuto con Fedez in una discoteca.

Nonostante il rapper abbia più volte affermato di non essere coinvolto, le testimonianze e video di sorveglianza sembrano indicare il contrario. Fedez e Iovino hanno poi trovato un accordo economico che ha evitato ulteriori conseguenze giudiziarie.

Gli arresti degli ultras di Milan ed Inter

L’odierna operazione di polizia ha portato all’arresto di alcune delle figure di maggior rilievo delle tifoserie organizzate sia del Milan che dell’Inter. Tra gli arrestati figurano Renato Bosetti e Marco Ferdico, esponenti di spicco della curva nerazzurra, nonché Luca Lucci, un ultrà del Milan noto per le sue precedenti vicende giudiziarie e per una foto con l’ex vicepremier Matteo Salvini.

L’ampiezza degli arresti testimonia l’intreccio tra il mondo del calcio e pratiche criminali che, finora, sono rimaste nell’ombra. Il coinvolgimento di individui vicini a Fedez in contesti così distanti dal suo ambiente professionale apre invece interrogativi sulla natura delle relazioni personali e professionali del rapper.

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