Elettra Lamborghini ha sbottato sui social dopo le polemiche riguardanti il suo firmacopie a Montesilvano: ecco le sue dichiarazioni.
Elettra Lamborghini non ci sta e sbotta sui social! Negli ultimi giorni l’ereditiera è stata protagonista, sua malgrado, di una polemica riguardante una data a Montesilvano del suo instore tour.
Hanno fatto discutere infatti le immagini della calca di persone che si è riunita in un centro commerciale del comune abruzzese per ricevere una firma sulla copia del proprio album della cantante. Immagini che ovviamente si scontravano con l’emergenza sanitaria relativa al Coronavirus.
Elettra Lamborghini sbotta su Twitter dopo la polemica per Montesilvano
Da molti Elettra è stata attaccata come fosse colpevole di quanto accaduto. Ma l’ereditiera non ci sta, e ha voluto rispondere a tutti coloro che l’hanno additata come responsabile delle immagini di Montesilvano.
“Ignoranti e media continuano a dire stronza*e“, ha scritto su Twitter l’artista di Musica (e il resto scompare), “se mi conosceste davvero sapreste che non sono la 1° delle sprovvedute… ho cancellato tutto il mio calendario da qui a praticamente a giugno. Basta dare false informazioni! Invece di perdere tempo a parlare di me parlate di cose serie!”.
Ecco il suo tweet:
Ignoranti e media continuano a dire stronzate,se mi conosceste davvero sapreste che non sono la 1* delle sprovvedute…ho cancellato tutto il mio calendario da qua a praticamente giugno. Basta dare false informazioni! Invece di perdere tempo a parlare di me parlate di cose serie!
— Elettra Lamborghini (@ElettraLambo) March 9, 2020
Elettra Lamborghini nel caos per l’instore di Montesilvano
A scatenare la polemica era stato il firmacopie dell’ereditiera a Montesilvano, in provincia di Pescara. La troppa folla riunitasi in un centro commerciale ha infatti creato un caos incredibile, andando contro le prescrizioni governative in questa situazione di emergenza Coronavirus.
In un’intervista a Il Fatto Quotidiano, il sindaco di Montesilvano aveva però già spiegato: “In quel momento non c’erano decreti o ordinanze che vietavano iniziative del genere. Finché a livello governativo non sono arrivate disposizioni ben precise un sindaco può fare poco in un luogo privato“.
