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Discoteche chiuse, Gabry Ponte: “Giusto così, ce lo meritiamo!”

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Discoteche chiuse fino al 7 settembre per Coronavirus: il commento di Gabry Ponte e Linus alla nuova decisione del Governo.

Per arginare la nuova crescita di contagi da Coronavirus, il Governo ha deciso di chiudere le discoteche dal 17 agosto almeno fino al 7 settembre, rendendo obbligatoria la mascherina anche all’aperto in determinati luoghi molto affollati. Una scelta che ha trovato pareri contrastanti. C’è chi l’ha ritenuta giusta, chi tardiva, chi ancora totalmente sbagliata nei confronti di un settore che ha sofferto e che ancora sta soffrendo una crisi senza precedenti. A caldo hanno voltuo esprimere il proprio parere, quasi opposto, due personaggi che di musica e discoteche se ne intendono: Gabry Ponte e Linus.

Discoteche chiuse: Gabry Ponte è d’accordo

Con un post su Instagram di poche parole, ma decisamente eloquenti, il deejay Gabry Ponte ha voluto esprimere il suo appoggio alla scelta di chiudere le discoteche: “Avete fatto i c0glioni e questo è il risultato. Giusto così. Ce lo meritiamo! Usare il buon senso era troppo difficile eh?“.

Questo il suo post:

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Discoteche chiuse: il duro sfogo di Linus

Diverso il punto di vista di Linus, che ha invece ritenuto decisamente tardiva la scelta di chiudere le discoteche, che anzi non avrebbero dovuto riaprire così precocemente come avvenuto da noi.

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Nel suo lungo post, il noto conduttore si è chiesto chi abbia avuto la genialità di pensare che potessero essere riaperti i locali da ballo evitando contemporaneamente gli assembramenti. “Perché le avete fatte aprire, eravate ubriachi o interessati?“, scrive Linus: “A Ibiza, capitale delle discoteche europee, hanno avuto il coraggio di tenerle chiuse, qui ogni zona poteva decidere in funzione dei casi della regione. Perché nei locali al mare (gli unici aperti) si sa che ci vanno solo i ragazzi del posto, non i turisti“.

Il deejay prosegue quindi smontando le tesi di chi ha riaperto i locali. Perché, secondo lui, è vero che i ragazzi hanno diritto di vivere, ma ci sono migliaia di altri modi per divertirsi. E per quanto riguarda la crisi del settore, è un problema reale e che dispiace a tutti, ma che non tocca solo le discoteche bensì ogni altro tipo di attività.

Questo il suo post:

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E così, da oggi, quando peraltro non conta quasi più niente, le discoteche torneranno a restare chiuse. Ho dovuto mordermi la lingua in queste settimane per evitare di infilarmi in polemiche di cui proprio faccio volentieri a meno, ma adesso che è stata presa la decisione posso chiedermi…ma quale imbecille di politico, governatore, sindaco o questore poteva pensare che si potessero aprire e non avere assembramenti?!? I gestori delle discoteche non sono esattamente una categoria al di sopra di ogni sospetto, ma come puoi pensare che la gente in un locale non faccia quello per cui c’è andata, cioè stare insieme? Perché le avete fatte aprire, eravate ubriachi o interessati? A Ibiza, capitale delle discoteche europee, hanno avuto il coraggio di tenerle chiuse, qui ogni zona poteva decidere in funzione dei casi della regione. Perché nei locali al mare (gli unici aperti) si sa che ci vanno solo i ragazzi del posto, non i turisti. “I ragazzi hanno diritto di vivere”, dicono i paraculi. I ragazzi hanno migliaia di altri modi per divertirsi. Correndo qualche rischio, certo, perché è assurdo pensare di chiudersi in un bunker. Ma è stupido favorire i problemi. “Il settore è in crisi”. Certo, e ovviamente mi dispiace, ci ho passato buona parte della mia vita, ma a parte Amazon conoscete qualche attività che non abbia avuto problemi da questa situazione?

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Da: Rolling Stone

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