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Blanco chiede scusa alla città di Sanremo: “Ti voglio bene”

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Blanco ha pubblicato sui social una lettera di scuse all’Ariston e alla città di Sanremo dopo aver distrutto i fiori durante la prima serata del Festival.

Le scuse più attese di questo Festival di Sanremo 2023, almeno fino ad ora, sono arrivate. Blanco ha deciso di pubblicare su Instagram una lettera di scuse al Teatro Ariston e alla città di Sanremo dopo la vicenda che lo ha visto protagonista durante la prima serata. Scuse a modo suo, ovviamente. Il cantautore non si è infatti limitato a spiegare cosa è successo, ma si è lasciato andare a una sorta di componimento poetico in cui non nega e non rinnega la sua follia!

Blanco si scusa con Sanremo

La sua furiosa reazione contro le rose durante l’esibizione, frenata dai problemi tecnici, nella prima serata del Festival, è stata l’argomento principale di questa prima giornata post-Festival. Tutti hanno parlato di Blanco, tutti hanno commentato le sue gesta, tutti lo hanno criticato, anche aspramente, anche furiosamente. Pochi, pochissimi lo hanno difeso. E alla fine sono arrivate le sue scuse, forse in ritardo rispetto a quando avrebbero dovuto arrivare, ma comunque sentite.

Blanco a Sanremo 2023

Lo stesso Amadeus, in conferenza stampa, aveva raccontato di essersi sentito con Riccardo e di aver ricevuto le sue scuse telefonicamente. Quelle scuse sono adesso diventate però di dominio pubblico tramite un post su Instagram con una pagina di diario datata 8 febbraio alle ore 4.30 di notte.

Le parole di Blanco

Non ha semplicemente scritto “scusa”, il cantautore che lo scorso anno aveva vinto il Festival. Ha invece scritto un componimento poetico intitolato Ariston. Un componimento cui ha affidato le sue sensazioni, tutto ciò che ha vissuto fin qui su quel palco.

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Scrive l’artista: “Cadono fiori, Ariston. Si spezzano fiori, Ariston. Cala il sipario, Ariston. Ti ho messo in lacrime come la mia mamma, Ariston. Mi hai visto fragile come un bimbo… E qui, proprio qui, dove mi hai insegnato a correre, sono caduto… Mi sono rotto la faccia e piango, Ariston. Ma poi… rido, rido, rido, rido, rido e grido, perché non sono come mi volevi, ma finalmente sono me stesso. Ti voglio bene, Ariston, con tutta la mia follia“. Di seguito il post:

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