Michele Zarrillo a Sanremo 2020 con Nell’estasi o nel fango: per i cantante romano sarà la 13esima volta in gara.
Nel cast del Festival di Sanremo 2020 ci sono davvero pochi ‘specialisti’. Tra questi spicca il nome di Michele Zarrillo, che sul palco dell’Ariston è di casa, avendoci già messo piede per ben dodici volte. A dir la verità, con la fortuna non sempre dalla sua parte.
Andiamo a scoprire qualche dettaglio in più su questa sua nuova avventura sanremese e sulle sue precedenti esperienze nella kermesse musicale più chiacchierata d’Italia.
Michele Zarrillo: Nell’estasi o nel fango
Il nuovo brano del già chitarrista dei Semiramis s’intitola Nell’estasi o nel fango e non è il classico pezzo d’amore. Lo ha sottolineato a chiare lettere in un’intervista a Leggo lo stesso cantautore romano: “È la prima canzone in cui non mi occupo del dolore di coppia ma del malessere dell’uomo, in questa epoca che lo vede alla ricerca della serenità“.
Il malessere di cui parla Zarrillo è quello finanziario, ma anche quello relativo ai rapporti umani. Il suo è un inno per la difesa di quello che si ha dentro e di quello che l’uomo è capace di dare nella realtà, non nei social.
“Non trovi umanità se la cerchi in uno smartphone“, spiega Zarrillo, che poi lancia anche una frecciata palese a qualche personaggio illustre: “Chi mostra le proprie ricchezze mi mette tristezza. Fino alla fine degli anni Ottanta si stava abbottonati per rispettare anche l’operaio che guadagnava 800mila lire al mese. Adesso c’è l’ostentazione, la corsa a mettersi in mostra. Cosa folle“.
Michele Zarrillo a Sanremo
La lunga carriera di Zarrillo a Sanremo è iniziata nell’ormai lontanissimo 1981, quando conquistò l’ottavo posto in una categoria unica con il brano Su quel pianeta libero. Ci riprovò l’anno successivo, ma paradossalmente la sua canzone più amata, Una rosa rosa blu, non venne ammessa alla finale.
Dovette ricominciare dalle Nuove Proposte qualche anno più tardi, nel 1987. E fu un trionfo, con il brano La notte dei pensieri. Il suo ritorno tra i Big nel 1988 fu però una nuova delusione: Come un giorno di sole si classificò solo 13esima.
La prima partecipazione degli anni Novanta fu nel 1992, quando ottenne un 12esimo posto con Strade di Roma. Molto meglio andò nel 1994: Cinque giorni arrivò al 5° posto.
Nuova delusione nel 1996 con un altro dei suoi brani più amati, L’elefante e la farfalla, che chiuse 11esimo. Si prese qualche altro di pausa allora prima di ripresentarsi sul palco dell’Ariston, nel 2001, con L’acrobata, che salì fino al 4° posto. Nel 2002 Gli angeli non fu invece apprezzata, e arrivò 11esima.
L’alfabeto degli amanti fu presentata nel 2006, e arrivò in finale ma senza ottenere la vittoria. Stesso risultato nel 2008 per L’ultimo film insieme. L’ultima sua apparizione, fino a oggi, risale invece al 2017, quando ottenne un mediocre 11esimo posto con Mani nelle mani. Sarà il 2020 l’anno della sua prima vittoria tra i Big?