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Renaissance trasforma Beyoncé nella queen dei club

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Beyoncé

Beyoncé, Renaissance: la recensione del settimo album della Queen dell’R&B, a sei anni da Lemonade.

Il lancio dell’anno. Quello di Renaissance di Beyoncé è stato certamente il lancio, dal punto di vista del marketing discografico (e oltre), più dirompente del 2022. E non potrebbe essere altrimenti. Queen B è da anni ormai una delle star più brillanti della musica a livello mondiale, e non senza meriti. Inoltre, era stata silente e ferma per circa sei anni. Tanti ne erano passati dallo splendido e complesso Lemonade, un disco così lontano nel tempo che sembra appartenere a un’altra epoca rispetto a Renaissance, l’album che apre l’età del Rinascimento di Bey. Un rinascimento che riparte dalle discoteche e dai club.

Beyoncé, Renaissance: la recensione

Lo aveva fatto intuire ampiamente con il primo singolo, la super hit Break My Soul, ma lo aveva anticipato anche in ogni dichiarazione. Bisogna dimenticarsi la regina dell’R&B, messa da parte, o meglio trasformata in questo disco nell’imperatrice delle sale da ballo. Rivoluzionaria, ovviamente, come solo una sovrana di larghe vedute può essere.

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La critica mondiale ha gridato fin dalle prime ore al capolavoro. Una percezione oggettiva di cosa sia questo disco, in effetti, la darà solo il tempo. Per ora restano le sensazioni che appartengono a ognuno di noi, con il nostro background e le nostre aspettative. E in tal senso non si può negare che Renaissance sia un album che spiazza.

Senza una pausa di alcun tipo, Queen B ci porta su un dancefloor e ci fa scatenare per oltre un’ora, non dandoci mai respiro, bombardandoci con ogni sorta di influenza in grado di farci ballare, dopo due anni buttati sopra un divano o una poltrona a causa del virus. Con l’aiuto di alcuni dei nomi più importanti della musica elettronica a livello mondiale, da Honey Dijon a Skrillex e Drake, Beyoncé confeziona una lunga cavalcata tra disco, funk, house, techno, afrobeat, hip hop e mille altre influenze e culture provenienti da ogni angolo del globo e da ogni momento sulla linea temporale.

Non è una novità che la signora Carter scelga di buttarsi su una musica più adatta ai club. Ma mai lo aveva fatto con questa costanza. Tanto per comprendere, per la prima volta nella sua carriera ha rinunciato del tutto alle ballad. Ci si rilassa per qualche secondo con le atmosfere jazzy di Plastic Off the Sofa, ma per il resto dell’album fermare le gambe diventa una violenza cui non è giusto sottoporsi.

Via gli acuti che l’hanno resa famosa. Non c’è spazio per una Love on Top. Non che manchino variazioni vocali interessanti, ma in questo album Bey esplora come mai aveva fatto prima d’ora le sue vibrazioni più basse, più calde, ci penetra sotto pelle fino ad arrivare nel cuore e nell’anima, ma anche più giù. Dal punto di vista delle liriche non mancano momenti espliciti, quasi volgari. Che sia una donna priva di tabù, non ce ne accorgiamo certo oggi. Ma anche i riferimenti all’attualità americana sono presenti, e un senso di protesta si percepisce in verità per l’intera durata del disco.

Un disco in cui non mancano i riferimenti a una certa versione di Whitney Houston, o alla leggendaria Donna Summer, omaggiata platealmente e citata nel brano che chiude l’opera, forse uno dei migliori capitoli dell’intera tracklist. Per chi ama il genere, sarà senza ombra di dubbio l’album dell’anno. Perché la Queen, quando crea qualcosa, lo fa in grande e al meglio. Per chi ha amato invece un’altra versione dell’ex Destiny’s Child, e magari ha trovato deludente già il singolo Break My Soul, meglio non avventurarsi oltre nell’ascolto e riassaporare vecchi evergreen come Dangerously in Love o Lemonade.

La tracklist

1 – I’m That Girl
2 – Cozy
3 – Alien Superstar
4 – Cuff It
5 – Energy
6 – Break My Soul
7 – Church Girl
8 – Plastic Off the Sofa
9 – Virgo’s Groove
10 – Move
11 – Heated
12 – Thique
13 – All Up in Your Mind
14 – America Has a Problem
15 – Pure/Honey
16 – Summer Renaissance

Voto: 7-

Di seguito il lyric video di Summer Renaissance:

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