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Generale: il significato e qualche curiosità sul brano di Francesco De Gregori

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Francesco De Gregori

Il significato e qualche curiosità su Generale, brano di Francesco De Gregori, pubblicato nel mese di aprile del 1978.

Nell’aprile del 1978, Francesco De Gregori pubblicò Generale, brano composto da un testo, nelle cui parole, il cantautore esprime la sua più totale contrarietà alla guerra. Scopriamo insieme qualche curiosità sulla traccia e il significato che si cela dietro le sue parole.

Francesco De Gregori, Generale: il testo

Generale è il brano che il cantautore pubblicò nel mese di aprile del 1978. La traccia si presenta come una ballata, che viene introdotta dal riff di pianoforte suonato da Alberto Visentin.

Francesco De Gregori
Francesco De Gregori

L’arrangiamento della canzone fu curato dallo stesso cantautore che si occupò, non solo di redigere il testo, ma anche di realizzare le musiche. Il brano è contenuto nell’album De Gregori che ottenne molto successo nel momento in cui fu pubblicato, raggiungendo il secondo posto dell’hit parade dell’epoca.

Il video con il testo di Generale:

Generale, il significato del brano

Generale si presenta come un brano manifesto contro la guerra e la violenza. Un testo che, mediante parole ricche di amarezza e malinconia, si schiera contro ogni conflitto armato. Il cantautore, attraverso questa canzone, ricorda il periodo in cui svolse la leva militare in Val Venosta (Trentino Alto Adice), collina citata nelle prime strofe della canzone stessa.

Un luogo naturale, molto affascinante e bucolico – nello specifico, si tratta del Colle di Tarces – che, però, fa riaffiorare nella mente dell’autore anche tanti ricordi dolorosi, legati alle morti provocate dai terroristi indipendentisti altoatesini.

La canzone, dunque, fa leva su una serie di immagini poetiche, che – come commentato da Roberto Vecchioni, altro poeta della canzone italiana – il quale afferma che il brano fa leva su un “lampante antimilitarismo: una gran canzone di pace. E gran canzone è già nella fusione inscindibile di musica e testo, con quell’incalzare battuto che non lascia un attimo di respiro, con quell’accavallarsi d’immagini che sfumano una nell’altra, con il riff, il solito riff trascinante in cui è come se scoppiasse, parlasse, si facesse sentire tutta la gioia di chi torna a casa, alla vita vera, dopo mesi di finta guerra“.

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