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London Calling, l’album più iconico dei Clash

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chitarra elettrica rock

The Clash, London Calling: la storia e le curiosità sull’album della band che ha cambiato la storia del punk.

London Calling compie 42 anni: l’iconico album dei The Clash, infatti, fu pubblicato nel 1979 e fu un lavoro discografico che permise alla band di farsi conoscere ed apprezzare negli Stati Uniti. Rappresenta l’album più straordinario della fine degli anni Settanta che, quasi incredibilmente, fu pubblicato 40 anni, precisamente il 14 dicembre. Viene persino celebrato nella sua mostra al Museum of London. Scopriamo qualche curiosità in più su questo grandioso album che ha permesso ai The Clash di distruggere l’ortodossia punk per dare vita a un capolavoro tutt’oggi osannato.

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London Calling, l’album dei The Clash compie 42 anni

London Calling sbarcò alla fine di un anno straordinario in Gran Bretagna. Nel 1979, Margaret Thatcher pose fine all’era della politica di consenso post-bellica, sostituendola con un regime monetarista senza compromessi, anti-protezionistico che avrebbe presieduto alla denazionalizzazione e alla decimazione delle industrie tradizionali britanniche.

La guerra di classe che aveva sobbollito sotto la superficie della società britannica dal 1945 sarebbe stata apertamente condotta dal governo Thatcher, che avrebbe mobilitato lo stato contro la sua gente e lasciato che l’economia del libero mercato facesse quello che, poi, ha fatto.

Non è stato solo l’anno della Lady di Ferro: il 1979 fu aberrante in altri modi. Un deputato – Airey Neave – fu fatto saltare in aria e ucciso da una bomba repubblicana irlandese mentre usciva dalle Camere del Parlamento; un altro, l’ex leader del Partito Liberale, Jeremy Thorpe, era sotto processo per istigazione all’omicidio. Sid Vicious, il simbolo dei Sex Pistols e del punk, su cauzione in attesa del processo per l’omicidio della sua ragazza Nancy Spungen, morì per overdose di eroina. La promessa del punk era arrivata a questo?

I Clash, nel frattempo, avevano perso la loro fama di band più anti-commercialista del movimento quando il produttore dei Blue Öyster Cult, Sandy Pearlman, mise mano al loro secondo album, Give ‘Em Enough Rope. Che si trattasse o meno di un tentativo di conquistare l’America, la band si è sentita “contusa dall’esperienza” e dalle critiche che hanno affrontato, afferma il regista Don Letts, che ha documentato ciò che è accaduto dopo nel suo avvincente The Last Testament – The Making of London Calling (2004).

London Calling fu la dimostrazione – senza ombra di dubbio – che provare a suonare come una grande rock band americana era stata una perdita di tempo, perché, nel 1979, la più grande band rock del mondo si esibiva, semplicemente, come i The Clash.

Di seguito, il video di London Calling:

London Calling: la ribellione in termini epici

London Calling era un doppio album: 19 brani. Dalla seconda traccia, la squilibrata cover psicobilly, Brand New Cadillac – canzone dal sapore rock britannico degli anni Cinquanta, cantata da Vince Taylor, era chiaro che London Calling sarebbe stato un album come nessun altro. Quando si arriva a Jimmy Jazz, terza traccia in cui avvertiamo una chitarra jazz, tutte le scommesse erano state annullate. Quel lato uno è concluso con l’esuberante ska pop di Rudie Can’t Fail.

Il secondo lato ha segnato un cambiamento radicale nelle preoccupazioni liriche di Strummer. Le “bombe spagnole” hanno introdotto alla guerra civile spagnola adolescenti ubicati in tutto il mondo:

I combattenti per la libertà sono morti sulla collina/hanno cantato la bandiera rossa / hanno indossato quella nera”.

Lost in the Supermarket, cantata dal chitarrista Mick Jones, ha messo in mostra una delle armi segrete dei The Clash, quella fanciullesca.

Insomma, questo disco ha dato alla band di Joe Strummer uno strumento pieno di sentimento che altre band punk non avevano. E, ironia della sorte, li ha aiutati a spopolare in America, quando Train in Vain ha conquistato gli States, scalando la Billboard Chart. L’album, osserva Letts, era un rifiuto di ciò che gli altri pensavano che la band avrebbe dovuto suonare: con questo lavoro discografico, la band annunciava a tutti che avrebbe semplicemente suonato ciò che le piaceva, che fosse rock o reggae, pop o blues.

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