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Un anno senza Stefano D’Orazio: le sue migliori canzoni per i Pooh

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Stefano D'Orazio

Le migliori canzoni scritte da Stefano D’Orazio: da Storia di una lacrima a Per noi che partiamo, i brani più belli del batterista e paroliere dei Pooh.

Batterista, paroliere e cantante, tutto questo racchiuso in una sola persona: Stefano D’Orazio. Lo storico membro dei Pooh, presente nella band dal 1971 al 2009, ha scritto gran parte dei testi che sono diventati, poi, delle canzoni molto amate dal pubblico che li segue, sin dagli esordi. Da Storia di una lacrima a Per noi che partiamo, ecco i brani più belli e profondi scritti dal compianto artista.

Stefano D'Orazio
Stefano D’Orazio

Stefano D’Orazio dei Pooh, le canzoni più amate

Iniziamo la nostra lista, citando Storia di una lacrima, brano contenuto nell’album Poohlover del 1976. Anche se è uno dei brani meno conosciuti del gruppo, segna un cambiamento importante sul piano delle sonorità della band. I Pooh, infatti, con questa canzone, abbandonano l’inclinazione prettamente orchestrale per abbracciare un cammino progressive. Il testo della canzone ha avuto molteplici interpretazioni: chi lo ha collegato al ciclo dell’acqua, chi – invece – a un sogno meraviglioso, altri, invece, lo hanno connesso all’uso dell’LSD.

Il video di Storia di una lacrima:

Passiamo, poi, a Lettera da Berlino Est. Il video di Lettera da Berlino Est. Il brano si concentra su un testo di stampo politico, legato al Muro di Berlino, che fu abbattuto il 9 novembre 1989. Il protagonista ha voglia di oltrepassare quella recinzione che divide la città e assaporare l’aria di innovazione che respira, ascoltando le radio dell’Ovest. La canzone, decisamente wave, vede l’uso del campionatore digitale Fairlight, di cui i Pooh furono pionieri in Italia a quel tempo.

C’è, poi, Stella del Sud, canzone presente nell’album Aloha, pubblicato nel 1984. Il brano esprime la sensibilità di D’Orazio verso quello che viene definito “il terzo mondo” dall’Occidente, nonché funge da inno al continente nero e alla sua sensuale spiritualità. È anche un’esaltazione del viaggio e della scoperta di nuovi posti, anche poco esplorati, combattendo i pregiudizi razziali.

Il video di Stella del Sud:

Stefano D’Orazio, La ragazza con gli occhi di sole e Per noi che partiamo

Procediamo con La ragazza con gli occhi di sole, presente nell’album Oasi, pubblicato nel 1988. È un brano diverso, che non ci si sarebbe aspettati da D’Orazio, che – da sempre – ha avuto la nomea di sciupafemmine. Un testo che si rivolge a una ragazza di cui il protagonista è innamorato, dai tempi della scuola, alla quale non ha rivolto mai la parola, ma che rappresenta un’ideale femminile, irraggiungibile e quasi intoccabile. Il brano ammicca alla tradizione musicale napoletana, ma anche a Morricone, Pasolini e Modugno, con sonorità intrise di lacrime e sentimento.

Il video di La ragazza con gli occhi di sole:

Infine, citiamo Per noi che partiamo, canzone contenuta nell’album Asia non Asia del 1985. Il brano rappresenta un’ode contro il timore, la paura e le frontiere convenzionali. Concetto che si sintetizza nella frase “Stranieri si nasce e ovunque arriviamo, ancora partiamo” e che incita l’ascoltatore a vivere la propria esistenza con fiducia, “spogliando la vita e toccarla dove capita”.

Il video di Per noi che partiamo:

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