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Atlete multate perché indossano gli shorts: Pink si offre di pagare la sanzione

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Pink

Una nazionale di pallamano è stata multata per aver scelto di indossare gli shorts al posto del bikini: Pink si offre di pagare al posto loro.

Pink scende in campo contro il sessismo nello sport! La cantante americana ha scelto di appoggiare completamente e concretamente le atlete della nazionale di pallamano norvegese. Le ragazze, durante il campionato europeo, hanno infatti scelto di scendere in campo con degli shorts, dei pantaloncini, al posto del bikini previsto dal regolamento. Una decisione coraggiosa che è costata una multa di 150 euro ad atleta, per un totale di 1500 euro. Una multa che Pink si è proposta di pagare totalmente!

Pink combatte il sessismo nello sport

La decisione della Federazione internazionale di multare le ragazze norvegesi ha fatto molto discutere. Le atlete avevano infatti annunciato che avrebbero indossato il dress code più coprente come gesto simbolico per lottare contro il sessismo nello sport. Ma questo non è bastato per farle trovare l’appoggio istituzionale.

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Se la Federazione non ha voluto evitarle la multa, a correre in loro aiuto è arrivata la grande popstar americana Pink, che ha scritto su Twitter di essere molto orgogliosa della loro protesta, aggiungendo che secondo lei dovrebbe essere multata invece la federazione per un atteggiamento sessista. Quindi, ha chiosato: “Sarò felice di pagare le multe. Continuate così“. Di seguito il post delle ragazze norvegesi:

Perché le atlete sono obbligate a vestire il bikini

Ma per quale motivo le atlete di pallamano sono costrette a gareggiare con gli slip del bikini? Il regolamento riporta che le atlete devono indossare gli slip con una vestabilità aderente e tagliata con un angolo verso alto e verso la parte superiore della gamba, con larghezza totale di massimo 10 centimetri. Non viene specificato il motivo, e questo pone ancora più dubbi in tutte le ragazze.

Così, in segno di protesta, le norvegesi hanno scelto di andare contro il regolamento di loro spontanea volontà: “Ci siamo dette ‘facciamolo, poi vediamo cosa succede“. Chissà che non possa essere il loro un bell’esempio per le tantissime ragazze costrette a un dress code poco appropriato nello sport. Intanto, oltre a Pink anche la Federazione norvegese si è scelto di appoggiare la loro decisione pagando la multa. Almeno dal punto di vista economico, dunque, è stata evitata una clamorosa beffa.

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