Attacco in pubblica piazza, quello effettuato da Roger Waters nei confronti di Mark Zuckerberg. Ecco cosa è successo fra l’ex bassista dei Pink Floyd e il co-fondatore di Facebook.
Il musicista Roger Waters ha dichiarato di aver informato – senza mezzi termini – il co-fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, di aver rifiutato la richiesta del magnate dei social media di utilizzare una delle sue canzoni in una campagna pubblicitaria per Instagram. Parlando a un forum a sostegno del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, in carcere, Waters, uno dei membri fondatori dei Pink Floyd, ha affermato che Zuckerberg gli ha offerto “un’enorme quantità di denaro” per usare il suo brano del 1979 Another Brick in the Wall (Parte 2).
Roger Waters contro Mark Zuckerberg per Another Brick in the Wall (Part 2)
È stato provocatorio nel suo modo di fare Roger Waters, che ha rifiutato la richiesta di Mark Zuckerberg di utilizzare Another Brick in the Wall (Part 2) per una campagna pubblicitaria su Instagram. L’artista, infatti, ha bollato l’uomo d’affari come un “idiota” mentre lo accusava di “impedire” alla storia di Assange di “essere divulgata al grande pubblico“. In un video del 10 giugno, condiviso su Twitter da La Jornada, il rocker ha tirato fuori un foglio di carta, dicendo: “Questo è qualcosa che ho messo nella mia cartella quando sono uscito oggi”. Il video:
“Non avete idea di cosa sia—nessuno lo sa—perché mi è arrivato su Internet questa mattina. È una richiesta per usare i diritti della mia canzone, ‘Another Brick in the Wall (Part 2),’ per la realizzazione di un film da promuovere su Instagram“. Dopo che la sua rivelazione ha suscitato ilarità tra gli utenti, Waters ha continuato: “È una missiva di Mark Zuckerberg per me…con un’offerta di un’enorme, enorme quantità di denaro e la risposta è, ‘fanculo! Non se ne parla!
“E lo dico solo perché è il loro movimento insidioso a prendere il controllo di tutto. Quindi quelli di noi che hanno qualche potere, e io ne ho un po’—in termini di controllo della pubblicazione delle mie canzoni, lo faccio comunque. Quindi non sarò una festa per questo str***o Zuckerberg”.
Il contenuto della lettera
Leggendo una parte della lettera presumibilmente scritta dal co-fondatore di Facebook, Waters ha dichiarato: “Vogliamo ringraziarti per prendere in considerazione questo progetto, sentiamo che il sentimento principale di questa canzone è ancora importante e necessario ai giorni nostri, cosa che fa capire quanto sia davvero senza tempo il tuo lavoro“
“Nonostante tutto vogliono utilizzare la canzone per rendere Facebook e Instagram ancora più grandi e potenti di quanto non lo siano già Così possono continuare a censurarci, tutti noi presenti, ed evitare che la storia di Julian Assange venga fuori”, dice l’ex bassista dei Pink Floyd.
“Non farò parte di questa stronzata, Zuckerberg!” – continua il musicista – “Uno pensa, come è possibile che questo piccolo coglione, che ha cominciato dicendo ‘Lei è carina, diamole un quattro, lei è brutta diamole uno’, come diavolo è possibile che abbia il potere di fare una qualsiasi cosa? Eppure eccolo lì, uno degli idioti più potenti al mondo“.
All’epoca aveva dichiarato a Sky News del Regno Unito quanto segue: “Rappresento i pensieri della gente comune che crede nella legge, nella libertà, nella libertà di stampa e nella libertà di parola“. Dall’aprile 2019, Assange è detenuto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, nel Regno Unito, dopo essere stato allontanato con la forza dall’ambasciata ecuadoriana a Londra per affrontare l’estradizione degli Stati Uniti.
notiziemusica