Achille Lauro ha affidato uno sfogo a un lungo post pubblicato sui social: il cantante svela la sofferenza dietro la sua storia.
Gli hanno dato del clown, del fenomeno da baraccone. Lo hanno umiliato. Ma Achille Lauro non ci sta e lo dice chiaramente e pubblicamente, affidando un duro sfogo a un lungo post pubblicato sui suoi account social. L’artista romano ha pubblicato una sua foto all’interno di una gabbia, e ha risposto a tutti gli attacchi subiti in questi anni in cui è esploso il suo successo. Ecco le sue durissime parole.
Achille Lauro risponde alle critiche: il post sui social
Nel suo lunghissimo post pubblicato sui social, l’artista ha spiegato di voler far chiarezza sulla sua persona e sul suo personaggio. Senza fare nomi, sembra rispondere indirettamente alle tante critiche ricevute, anche da parte di artisti importanti come Renato Zero. Il cantautore ha ammesso di aver sentito il bisogno in questi giorni di parlare apertamente, pur non amando discutere della sua vita privata. E ha capito che era il momento di farlo quando gli hanno detto che il trucco è solamente appropriarsi di qualcosa che non gli appartiene.
Il trucco, però, non è solo trucco, e il mondo in cui lui vuole portare le persone è la sua volontà espressiva: “L’ho capito quando mi hanno umiliato pensando che io sia un pagliaccio che si mette in mostra. Ma nella mia interpretazione artistica la musica non è solo musica. È spettacolo, è uno stato d’animo, è un ideale, è libertà estrema, è il rifiuto nei confronti di coloro che credevano che io non fossi libero, o non fossi all’altezza, è conseguenza di anni di umiliazioni e vergogna“.
Achille Lauro e le offese sui social
Una lezione che Lauro ha capito quando, dopo essersi speso con un commento di solidarietà per i lavoratori dello spettacolo, gli hanno dato dell’omofobo. A lui, che per anni si è sentito dare del ‘frocio‘ da persone che pensavano di offenderlo. Ma la verità è che l’artista romano da anni investe denaro, tempo e impegno per la tutela dei diritti umani, delle persone abbandonate nelle carceri, per i bambini negli ospedali, i ragazzi nelle comunità, per chi non ha una casa, per chi è rimasto senza lavoro, per chiunque abbia bisogno di aiuto. Perché nel suo piccolo il cantautore romano vuole essere artefice e partecipe di una rivoluzione per cui la condizione sociale, culturale e umana delle classi deboli e discriminate possa cambiare definitivamente.
A chi non lo conosce, tiene a ricordare che faceva questo anche quando non aveva una lira, perché è cresciuto tra gli emarginati e i reietti, perché sa cosa vuol dire sentirsi diverso. E questo lo deve a sua madre, che gli ha insegnato che aiutare gli altri è una priorità e per chi ne ha la possibilità è un dovere. Per questo, conclude: “Attenzione, perché la realtà non è solo quella che vedete su giornali e tv, e dietro quelle storie, molto spesso, ci sono vite vere fatte di sofferenza, valori e battaglie“. Ecco il post:
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