Maneskin, Teatro d’Ira: la presentazione del nuovo album del gruppo vincitore di Sanremo 2021, dalla censura di Zitti e buoni alla polemica sul rock.
La carriera dei Maneskin non è finita certamente con la vittoria a Sanremo 2021. Nemmeno il tempo di metabolizzare il trionfo e i quattro ragazzi si preparano all’uscita sul mercato del loro secondo e importantissimo disco: Teatro d’Ira, Vol. 1. Un album importantissimo per la loro carriera, quello che dovrà consacrarli come una delle realtà più brillanti della nostra musica a livello mainstream. In conferenza stampa virtuale la band ha presentato questo lavoro, rispondendo anche ad alcune polemiche di questi giorni post-sanremesi.
Maneskin: la presentazione di Teatro d’ira
Il nuovo album del gruppo, diviso in due volumi, non è scelto a caso. A spiegare il senso del titolo è lo stesso Damiano: “Abbiamo deciso di chiamarlo così per creare un contrasto tra il teatro, la collocazione, e l’ira, il soggetto. Per far capire come la nostra rabbia, il nostro impeto, sia da collocare in un contesto in cui c’è la possibilità di trasformarla in qualcosa di positivo. Vogliamo parlare di ira catartica, che può cambiare le cose“.
Nel disco è messa in risalto la loro essenza di musicisti da palcoscenico, animali da live. Ogni strumento viene esaltato, e non potrebbe essere altrimenti: “Nasciamo live, moriremo live. Siamo partiti dalla strada, in Via del Corso. Per noi è stata una scuola, lì il pubblico te lo devi conquistare“.
Presa diretta e grande apertura di generi, ma anche di lingua. Questa la formula ‘segreta’ di Teatro d’ira, in cui sono presenti due brani in inglese: “Pensiamo di essere un progetto valido anche per l’estero. Scrivere in inglese fa parte di noi“. Non a caso, i quattro annunciano anche una chicca: hanno registrato un pezzo con gli Struts, una delle formazioni rock/glam rock più amate dell’ultimo decennio.
I Maneskin spiegano la censura di Zitti e buoni e la polemica sul rock
Negli ultimi giorni il gruppo ha rilasciato la versione Eurovision della canzone che ha vinto Sanremo, Zitti e buoni. E in molti hanno storto il naso per la loro auto-censura, con le parolacce eliminate radicalmente dal testo. Ma i ragazzi spiegano, senza nascondersi: “Non ci ha chiaramente fatto piacere dover cambiare il testo, ma è anche una questione di buonsenso. Altrimenti ci squalificavano. Siamo ribelli, non scemi“. Come dargli torto.
Infine, una battuta Damiano e compagni se la sono concessa anche per quanto la sterile polemica sul loro essere o meno rock, portata avanti da molti fan del genere che non hanno apprezzato né il loro essere passati da X Factor né il loro essere approdati a Sanremo. Una questione che ai ragazzi romani interessa poco: “Avere un’identità e mantenerla nel mercato mainstream con un disco e un pezzo del genere… se non è rock questo… cosa dovremmo fare, staccare le teste ai pipistrelli?“. Chiaro riferimento al gesto che ha consacrato al mito Ozzy Osbourne. Insomma, la frecciatina a un certo tipo di pubblico è lanciata. Di seguito il video di Zitti e buoni:
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