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50 anni fa i Led Zeppelin al Vigorelli di Milano. Gianni Morandi ricorda: “Mi lanciarono pomodori”

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Per una tappa del Cantagiro i Led Zeppelin fecero tappa a Milano. Nella tensione del momento, a farne le spese fu Gianni Morandi.

Il 5 luglio 1971 i Led Zeppelin suonarono in Italia. E l’evento rimase indimenticabile. Tristemente indimenticabile. Il Cantagiro fece tappa al Velodromo Vigorelli di Milano. Era una delle ultime tappe della decima edizione dellos torico festival itinerante ideato da Ezio Radaelli. Oltre ai tanti cantanti italiani presenti nel cast, in scaletta era previsto un set di 45 minuti dedicata agli ospiti internazionali. In quel fatidico anno si esibirono nomi come Aretha Franklin, Nina Simone, Charles Azanvour, Donovan. E anche i Led Zeppelin, per un evento destinato a rimanere nella storia.

Led Zeppelin al Vigorelli di Milano

Doveva essere una serata di festa, ma agli annali passarono soprattutto gli scontri tra aderenti a diversi movimenti giovanili e forze dell’ordine, per una guerriglia che rese l’Italia periferica per diversi anni nei grandi tour internazionali.

Led Zeppelin

La prima volta degli Zeppelin in Italia avvenne in un contesto decisamente fuori dagli schemi. Tra i vari Ricchi e Poveri, Milva e Morandi, spuntarono i giganti dell’hard rock, presentati dalla stampa dell’epoca come la nuova rivelazione pop dopo i Beatles. Non tutto era stato compreso appieno. E così al Cantagiro, tra famiglie pronte a cantare i brani della nostra tradizione, spuntarono fan giovani, ribelli e pieni di rabbia, che non aspettavano altro che i Led Zeppelin. E in questo contesto accadde l’episodio più traumatico della carriera di Morandi.

Gianni Morandi aprì ai Led Zeppelin

Prima di Robert Plant e compagni, sul palco toccò a Gianni Morandi, per una delle esibizioni più difficili della sua storia, con un pubblico già molto agitato e completamente disinteressato a lui e alle sue canzoni. Intervistato dal Corriere della Sera, il cantautore felsineo raccontò: “Sento un boato che non ho mai più sentito. Al mio nome un boato gigantesco, ed Ezio Radaelli dice: ‘Hai vsito? E tu avevi paura’. In realtà non aveva capito niente. Era un boato al rovescio, incazzato. Voleva dire ‘Gianni Morandi no’. Entro terrorizzato, cominciano ad arrivarmi pomodori, lattine, gestacci“.

Nonostante l’atmosfera complicata, cominciò a cantare, partendo da C’era un ragazzo, ma al pubblico non interessò. Ce l’avevano con lui, e non capiva il motivo. Da quel giorno Gianni ebbe la percezione che qualcosa stesse finendo, e da lì in avanti iniziò a sbagliare delle canzoni. Era la fine di un’epoca.

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